17 March 2009

Quine + |Zurek>

Sto cominciando a giocare troppo coi titoli, eh? Effettivamente l'unico riferimento a Quine questa volta riguarda la giustificazione sul perchè questo post non parla di Quine. E la giustificazione è che Clodovendro mi ha distratto dalla mia priorità di conquistare il mondo di divulgare Quine, tentandomi con le sirene delle interpretazioni della meccanica quantistica. Già lo so che sarà la solita bella senz'anima, come tutte, ma, come tutte, l'idea è stuzzichevole e vien voglia di approfondire un po'.
Questa volta è il turno di Zurek e del suo darwinismo quantistico (esatto: si cita Charles nel nome, se ne poteva non parlare anche per Prgetto Darwin su Progetto Galileo?). Dalla breve review segnalatami da Clodovendro non ci ho capito molto, ma del resto il terreno mi franava sotto i piedi a sentir parlare di decoherence e profondi abissi mi si spalancavano davanti ad einselection ed envariance (termini per me fino a quel momento sconosciuti...).
Così, invece di lavorare per voi su Quine, mi sono spulciato la bibliografia, mi sono scaricato una review un po' più corposa e nel week-end mi sono dato alla lettura, nella speranza di capirci qualcosina in più.
Il risultato (ma non ho ancora finito di leggere quest'ultimo articolo) non è che ora ho le idee più chiare, ma è che ora voi vi beccate due belle domandine in bottiglia che lancio nell'etere digitale.

   —   ∴   —   
 
La prima domanda è forse la più tecnica delle due, per cui la lascio per seconda, altrimenti quasi tutti si fermeranno subito e non proseguiranno a leggere la seconda, che pertanto esporrò per prima.
 
La seconda domanda, dunque, rappresenta, o almeno così mi par di capire, il punto centrale dell'idea di Zurek. Uno dei tanti modi di raccontare il problema della meccanica quantistica di cui, da quasi un secolo ormai, si cerca di venire a capo, è sottolineare l'irriducibile stridore fra i suoi postulati "matematici" da una parte (stati come raggi di vettori in spazi di Hilbert ed evoluzione unitaria, lineare e deterministica) e dall'altra quelli "di misura" (la legge di Born sulla probabilità e il fantomatico collasso della funzione d'onda). Ebbene, l'approccio di Zurek è quello di provare a partire dai primi e dedurre come loro "ovvia" conseguenza i secondi. L'approccio, sempre per quel che capisco, non è "fondazionale": non pretende di fornire esplicitamente un'espressione puramente quantistica per l'interazione sistema-apparato da cui dedurre "matematicamente" (nel senso di sopra) il collasso della ψ dall'equazione di Schroedinger. Piuttosto Zurek parte dall'assunzione che un'interazione di questo tipo esista, e prova a studiarne alcune sue caratterische.
Zurek parte dunque mettendo sullo stesso piano "quantistico" tanto il sistema, descritto dallo stato , quanto l'apparato di misura, l'ambiente con cui il sistema interagisce, descritto anch'esso da uno stato quantistico . Ebbene, l'assunzione fondamentale di Zurek è che l'interazione () che ha luogo durante una misura sia di questo tipo: (M)
0 = k skk0    k skkk
Zurek assume, cioè, che esistano degli stati k del sistema che restano invariati durante la misura e che, di più, lasciano un loro "imprinting" nell'ambiente, il quale a seguito dell'interazione modifica il suo stato da 0 a una sovrapposizione di k ciascuno dei quali "si porta dietro l'informazione" sulla componente k dello stato .
Tale assunzione di Zurek, se è davvero nei termini che ho esposto, sembra chiaramente molto forte. Non so abbastanza di decoherence, magari esistono degli esempi di decoerenza che possono essere modellizzati in questo modo (magari proverò a chiedere al mio amico Dragon Ball...), ma è certo che deve trattarsi di una qualche modellizzazione efficace (nel senso tecnico di effective) perchè la linearità dell'evoluzione unitaria mi pare che proibisca un'evoluzione come quella scritta sopra (può benissimo essere che mi sia arrugginito molto a non far più fisica, in tal caso fatemelo notare nei commenti!).
L'obiezione a questa mia obiezione è che l'intento di Zurek è proprio quello di spiegare il collasso della funzione d'onda, ed è quindi ovvio che da qualche parte debba forzare la meccanica quantistica "classica". Se posso fare un appunto, però, mi sembra che nei suoi articoli non si evidenzi abbastanza che dietro questa assunzione si celi la presunta "spiegazione" del collasso e che si tratta di un'assunzione "non standard" (ed è per questo che ho il forte sospetto che sia io a non aver capito qualcosa...)
Il resto delle argomentazioni di Zurek, fatto questo passo, diventano concettualmente semplici, o almeno è possibile riassumerle brevemente e "senza formule". Quel che Zurek dimostrerebbe è che gli stati k che soddisfano la condizione (M) devono necessariamente costituire una base ortonormale, ovvero devono essere autostati di un operatore autoaggiunto. La cosa, cioè, sarebbe la spiegazione del fatto che i risultati di una misura possono essere solo autostati di un simile operatore (ci tengo a dire che non sono riuscito affatto a seguire nei dettagli tali ulteriori passaggi e che il riassunto di sopra rappresenta quasi sicuramente una semplificazione eccessiva).
 
E la regola di Born sulle probabilità? Per quello è sufficiente invocare l'envariance, altrimenti nota come environment assisted invariance — e non potendo linkare wikipedia, mi tocca linkare da arxiv... — e il gioco è fatto. O così almeno crede Zurek. Perchè io, proprio a questo proposito, avrei giusto la mia prima domandina in bottiglia che attende.
 
Come dicevo, questa domanda è ancora più tecnica della precedente (mi perdonino i lettori a digiuno di fisica). Detto in parole semplici (e così l'anima pia vagante che vorrà provare a rispondermi potrà puntare il dito sul punto preciso in cui non ho capito... JB sei in ascolto?) si tratterebbe della possibilità di poter cambiare arbitrariamente le relazioni di fase φ(k) fra le ampiezze sk nel generico stato  = k skk di un sistema:
 → k eιφ(k)skk
forti del fatto di poterle poi "annullare" nel sistema "ambiente" con cui il sistema è accoppiato:
 → k e-ιφ(k)k 
Ora sicuramente c'è qualcosa di banale che non ho capito, perchè uno degli insegnamenti basilari che mi sono rimasti della meccanica quantistica è prorpio quello che la fase irrilevante è solo quella overall, mentre le fasi relative non solo sono rilevabili, ma sono anche rilevanti, com'è proprio il caso paradigmatico della particella libera a una dimensione: lì le fasi relative fra le ampiezze nelle |x rappresentano proprio il momento della particella: cambiare quelle fasi significa cambiare la distribuzione dei momenti della particella. Di più: non è possibile scegliere arbitrariamente quelle fasi e preparare, ad esempio, uno stato gaussiano strettamente reale nelle |x (ossia  = x sx|x con tutti i coefficienti sx con parte immaginaria nulla), perchè violerebbe il principio di indeterminazione! Pensare di effettuare una trasformazione del genere non una (solo sulla ) ma addirittura due volte (anche sull'ambiente ) senza che questo modifichi la fisica dei due sistemi, non mi sembra possibile: cos'ha in mente, dunque, Zurek?!?
 
Insomma, questa volta, prima di potermi abbandonare alla delusione dell'ennesimo vano tentativo di interpretazione per la meccanica quantistica... vorrei almeno prima capirlo! :)

12 March 2009

Pidgin


(fonte: wikimedia)
Scopro assolutamente per caso — indovinate leggendo cosa? Esatto, Quine! Ma come avete fatto ad indovinare?!? :o) — che il nome Pidgin del famosissimo client di instant messaging open source multipiattaforma e multiprotocollo, deriva dal termine pidgin, appunto, che sta ad indicare quelle lingue fortemente semplificate nella struttura e nel vocabolario che derivano dalla mescolanza di lingue di popolazioni differenti venute a contatto a seguito di migrazioni, colonizzazioni e relazioni commerciali.
 
Sapevatelo!

05 March 2009

Quine - 2


No, non è Quine, è Moritz Schlick,
fondatore del circolo di Vienna
(cui partecipò anche Quine)
Allora, partiamo realmente a parlare di Quine, o no?
Il fatto è che non ho proprio alcuna idea, ancora, di come attaccare il problema che potremmo dire della divulgazione di Quine. Proverò a partire rispondendo alla domanda di Davide: perchè?
Spero almeno di incuriosirvi.
 
Se anche non siete filosofi, ma se le scienze almeno un po' vi interessano, vi ricorderete certamente del circolo di Vienna e del loro fantastico programma riduzionista. I più maliziosi lo riassumerebbero così: un gruppo di signori ottocenteschi accomunati dal desiderio megalomane di ridurre tutto il sapere, tutta la nostra conoscenza, ad un serie di strati di discipline scientifiche, dalla biologia, alla chimica, alla fisica, via via più "profonde", fino a toccare i "fatti" nudi e crudi e verificabili. Eventualmente aiutati dal linguaggio logico matematico, che coi fatti non ha niente a che fare, ma sulla cui verità non si può dubitare. E se qualche affermazione, dopo una debita analisi, presentasse qualche elemento che non fosse riconducibile nè a una verità logica nè ad un'affermazione empirica, sarebbe da considerarsi un'affermazione metafisica priva di contenuto, priva di significato.
Quelli, i maliziosi, usano tali pennellate di ridicolo per dipingere questi, i viennesi, perchè sono convinti che un tale programma non abbia senso, non tanto perchè pretenzioso, ma proprio perchè mal posto. Be', come vedremo, seguendo Quine, ci toccherà dar loro ragione.
Conquistatomi dunque le simpatie dei maliziosi, vorrei però che non cambiassero canale nemmeno gli ingenui — fra cui, sia chiaro, metto in conto anche me stesso.
Il fatto è che i maliziosi tendono a non ricordare qual era il contesto in cui si formò il circolo di Vienna: orde di idealisti tedeschi in preda ai deliri più sfrenati in un'orgia continentale affollata di voluttuosi Spiriti, Io-Puri e Non-Io sempre lì a porre se stessi prima e dopo gli altri. Capite bene che, in queste circostanze, qualche errore veniale da principianti si vorrà pur perdonarlo a chi stava solo cercando di riportare un po' di dignità nella storia del pensiero umano, no?
Ebbene, miei cari compagni d'ingenuità, sappiate che Quine, nonostante quel che ha combinato, non rinnega affatto lo spirito empirista che animava il positivismo logico. Anzi, non è una mia personale opinione che Quine sia approdato alle sue tesi proprio percorrendo fino in fondo la via empirista. E il suo merito è stato quello di non fermarsi di fronte al fragoroso crollo dei principali capisaldi del neopositivismo, ma di rimboccarsi le maniche, fare il conto, pesante, dei danni, e provare ad elaborare una nuova concezione della filosofia che riprendesse il cammino. Nella stessa direzione.

04 March 2009

Chi vuol essere evoluzionsta

A 200 anni dalla nascita di Darwin e a 150 dalla pubblicazione dell'Origine delle specie, Galileo, giornale di scienza e problemi globali, mette alla prova i suoi lettori e propone dieci quesiti sul celebre naturalista inglese e sulle sue teorie.

03 March 2009

Posta Elettronica Certificata

IWBank è proprio all'avanguardia ed ha adottato già la posta elettronica certificata!
Così, invece di ricevere una loro mail al mio indirizzo solito in cui mi comunicano che è pronto l'estratto conto online, ricevo una mail all'indirizzo solito in cui mi comunicano che mi è arrivata una mail al mio indirizzo di posta elettronica certificata.
A dispetto del nome (posta elettronica), questo significa solo che posso recarmi sul sito di IWBank e seguendo il percorso opportuno posso leggere il messaggio che mi dice che è pronto l'estratto conto online (sì, al momento gli unici due messaggi di posta elettronica certificata che ho ricevuto vengono solo da IWBank ed entrambi mi comunicano la disponibilità dell'estratto conto online).
Se state pensando a cose ultrafighe come SMTP, POP3, IMAP, etc... scordatevelo. Ma anche se state pensando a cose più normali come "provo a mandare una mail al mio bel nuovo indirizzo, o dal mio bel nuovo indirizzo"... scordatevelo lo stesso.

25 February 2009

Quine - 1+2i

Immagine di Dallo stimolo alla scienza
In attesa di un reale post su Quine, faccio seguito al thread su una sua ipotetica sottoscrizione "letterale" dell'affermazione di Arnold secondo cui anche la matematica sarebbe, in fondo, una scienza "empirica".
Non ho tempo ma soprattutto capacità di difendere, qui e ora, nessuna delle due tesi — quella sulla matematica, e il fatto che Quine la sottoscriverebbe. Mi limito, forse più per giustificare la seconda che per convincervi della prima, a citare Quine stesso, da un passo di uno dei suoi ultimi libri. Includo una premessa, per contestualizzare:
[Definendo questa formalizzazione di somma e prodotto] mediante '∈', in uno qualsiasi dei modi conosciuti possiamo immergere questo linguaggio chiuso in un altro linguaggio formalizzato che ha come unico predicato la stessa '∈', e che comprende l'intera matematica classica. Naturalmente, esistono innumerevoli linguaggi formalizzati estranei alla matematica classica; un esempio banale è quello di parentela, i cui predicati sono 'F' (femmina), a un posto, e 'G' (genitore), a due posti. [...] Tipiche verità espresse in questo linguaggio sono: che le relazioni di fratello, coniuge e cugino sono simmetriche, che quella di genitore è asimmetrica, che quello di fratello germano è transitiva. Pur essendo estranea alla matematica, la teoria della parentela, nel suo modo banale, ne conserva chiaramente il sapore, e io non esito a farvela rientrare.
Tuttavia non si può dire che la nozione di "linguaggio formalizzato" catturi, per sè sola, l'essenza della matematica. Le cose che ci fanno sentire (forse) un sapore di matematica sono il numero limitato di predicati primitivi e la valorizzazione della costruzione logica che ne consegue; forse la matematicità è una questione di grado. In ogni caso, io non ho un criterio di demarcazione da proporre: il fatto che le variabili della matematica classica prendano come valori oggetti astratti, mentre quelli della teoria della parentela prendono esseri umani o altri animali non costituisce una differenza significativa; dopotutto la stessa '∈' ha alla sua base, come argomenti primi, oggetti concreti.
ma il passo più succoso è quello che segue immediatamente:
Se liberiamo la geometria dal letto di Procuste della teoria astratta delle relazioni e la reintegriamo nella sua condizione originaria, quella dei tempi di Euclide, essa non rientrerà più nel linguaggio formalizzato basato su '∈', e diverrà un linguaggio formalizzato a se stante, nonchè un analogo (sostanzioso e venerabile) della mia banale teoria della parentela: i suoi predicati torneranno a denotare superfici, curve e punti dello spazio reale. La geometria, come la teoria della parentela, è una matematica con un oggetto marcatamente empirico. Ciò che ha finito per esiliarla nel limbo delle matematiche non interpretate è l'anomalia logica del postulato euclideo delle parallele, la sua resistenza alla deduzione dagli altri postulati, più semplici. Questa circostanza ha stimolato l'esplorazione di postulati alternativi, quelli delle geometrie non euclidee, e a lungo andare anche l'esplorazione dello sterminato dominio dei sistemi non interpretati, o algebre astratte.
Se ancora conserva il suo vecchio statuto di teoria matematica dotata di un oggetto, la geometria euclidea lo ha perduto nel momento in cui Albert Einstein ha stabilito che lo spazio stesso, definito dai percorsi dei raggi luminosi, non è euclideo. Si deve inoltre ricordare che, al di là del caso della geometria, la de-interpretazione già svolgeva un ruolo indispensabile nella teoria della dimostrazione, e forse ciò ha avuto l'effetto di esagerare la frattura, grande o piccola, che si avvertiva tra la matematica e il resto della scienza.
Ovviamente, la matematica non interpretata è non solo priva di contenuto empirico, ma anche estranea a ogni problema di verità e falsità. La disciplina che tratta questi sistemi non interpretati, e quindi le algebre astratte, fa invece parte della teoria delle relazioni; quindi è matematica interpretata, e rientra nella teoria degli insiemi.
Dallostimolo alla scienza, capitolo 5 Logica e Matematica.

24 February 2009

in un solo sospir l’anima spiro


Io non compro più speranza
ché gli è falsa mercancia,
a dar solo attendo via
quella poca che m’avanza.

Io non compro più speranza
ché gli è falsa mercancia.

Cara un tempo la comprai,
or la vendo a buon mercato
e consiglio ben che mai
non ne compri un sventurato
ma più presto nel suo stato
se ne resti con costanza.

Io non compro più speranza
ché gli è falsa mercancia.

El sperar è come el sogno
che per più riesce in nulla,
el sperar è il bisogno
de chi al vento di trastulla,
el sperar sovente annulla
chi continua la sua danza.

Io non compro più speranza
ché gli è falsa mercanzia.


The barstard sons of dioniso

21 February 2009

hotmail goes to gmail

Il tuo primo accounti di posta è stato Hotmail e non riesci a liberartene?
Vorresti passare ad un altro servizio di posta, ma non vuoi costringere i tuoi mille contatti a dover cambiare la loro rubrica e rischiare di perdere per sempre le mail di vecchi amici che ancora scrivono al vecchio indirizzo?
Hai sempre invidiato lo spazio illimitato e l'interfaccia semplice, efficiente, senza fronzoli di gmail e la sua integrazione con la chat di gTalk, e ti sei sentito intrappolato da hotmail?
Hai sempre pensato che il forward automatico avrebbe potuto risolvere la cosa, ma ti sei sempre scontrato col fatto che hotmail è l'unico gestore di posta che non consente l'automatc forward?
Hai sempre maledetto, per questo, il lock-in di Bill Gates anche se non sapevi nemmeno si chiamasse così?
 
Ebbene, da qualche giorno si è resa disponibile un'opportunità che ti permetterà di porre fine a tutte le tue ansie da posta elettronica!
La novità è duplice.
Da una parte hotmail ha finalmente reso disponibile... no, non il forward automatico, ma ha abilitato per tutti il supporto al pop3.
Cosa c'entra? C'entra, perchè, dall'altra parte, gmail è già da un po' che offre un servizio di Mail Fetcher per account di posta dotati di pop3.
Insomma, potrai finalmente usare gmail per leggere la posta di hotmail e cominciare a rispondere con quello alle mail che ti arrivano, rendendo graduale il passaggio al tuo nuovo indirizzo di posta di gmail e del tutto trasparente ai tuoi contatti, e non correrai il rischio di perderti, un giorno, le mail di un vecchio amico che ancora ti conosce solo tramite hotmail.
 
Mail Fetcher e pop3 sono arabo per te ma vorresti lo stesso approfittare dell'opportunità? Eccoti un piccolo how to... ok, eccoti una piccola ricetta per cominciare:
  • créati un account su gmail, se ancora non ce l'hai, ed entraci
  • in alto a destra, clicca su Impostazioni (o settings se usi gmail in inglese)
  • passa alla scheda account e cerca la sezione scarica la posta da altri account
  • clicca su Aggiungi un account email di tua proprietà e segui le istruzioni inserendo i dati del tuo account di posta su hotmail; in particolare:
    • nel campo nome utente inserisci non solo lo userID ma l'intero indirizzo di posta, completo di @hotmail.com o @hotmail.it o quel che fa al caso tuo
    • metti pop3.live.com come server POP
    • seleziona la porta 995
    • seleziona l'opzione Usa sempre una connessione protetta (SSL) quando scarichi la posta
Finita la procedura, puoi cominciare a spedire qualche messaggio a hotmail per verificare che i messaggi vengano effettivamente caricati anche sull'account di gmail (tieni presente che non si tratta di un forward automatico da hotmail, ma è gmail che, attivamente, deve periodicamente scaricare la tua posta di hotmail, per cui può esserci un ritardo di qualche minuto tra l'effettiva ricezione del messaggio e l'arrivo della mail anche su gmail).
Ma non è finita qui! Gmail permette infatti non solo di ricevere, ma anche di inviare mail in maniera che il mittente risulti un account diverso, ad esempio proprio quello di hotmail. Certamente questo non è quello che vuoi: il trucco è continuare a riceve le mail di hotmail, ma rispondere col nuovo indirizzo di google, così i tuoi contatti cominceranno, facendo reply, a scriverti al nuovo indirizzo, e pian piano più nessuno ti scriverà al vecchio. Ma se proprio hai qualche motivo particolare per voler usare gmail continuando però ad apparire come hotmail, ti basterà procedere cliccando sull'Aggiungi un indirizzo email di tua proprietà che c'è nella prima sezione, Invia messaggio come, della scheda account delle impostazioni di gmail.
 
Felice, eh? :)

19 February 2009

I have a dream

Today, more than ever before, science holds the key to our survival as a planet and our security and prosperity as a nation. It's time we once again put science at the top of our agenda and worked to restore America's place as the world leader in science and technology.
Because the truth is that promoting science isn’t just about providing resources — it’s about protecting free and open inquiry. It’s about ensuring that facts and evidence are never twisted or obscured by politics or ideology. It’s about listening to what our scientists have to say, even when it’s inconvenient — especially when it’s inconvenient. Because the highest purpose of science is the search for knowledge, truth and a greater understanding of the world around us.

18 February 2009

Quine - 1+i

Grazie a ToMaTe (new-entry nel mio google-reader) scopro una bellissima "sentenza" di Vladimir Arnold (sì, proprio quell'Arnold della meccanica razionale di Galgani e Giorgilli):
Mathematics is a part of physics. Physics is an experimental science, a part of natural science. Mathematics is the part of physics where experiments are cheap.
e indovinate un po' chi mi è venuto in mente? Esatto, Quine! (be', la prossima volta che farò queste domande cercherò un titolo un po' più criptico per il post...)
Il pezzo dell'Arnold linkato, On teaching mathematics, chiarisce meglio il senso dell'incipit che ho citato, e continuare a leggervi Quine è forse oggettivamente una forzatura.
Ma vale comunque, moltissimo, una lettura.
 
E sì, sì, questo non vale come post su Quine (e infatti, nella numerazione dei post, non siamo avanzati dal numero uno...)
 
Comunicazione di servizio per Marco Ferrari: qui ritornavo sulla questione evoluzione con una domanda per te...
 
UPDATE: segue qui.

16 February 2009

Molte nature - 2

Molte nature
In questo libro espongo una rete di collegamenti tra discipline diverse e suggerisco un punto di vista sullo sviluppo della cultura. Discipline diverse, certo: dagli studi sull'origine della scrittura all'esplorazione di ciò che accade nei nostri cervelli e nei nostri organi di senso, dagi sviluppi dell'evoluzionismo all'approccio naturalistico alla filosofia, dalle ricerche sul comportamento degli animali e dei vegetali all'analisi dei generi letterai.
 
Lo sapevo, Bellone non delude.
Se già lo conosci, in questo suo ultimo Molte nature trovi quello che ti aspetti: prosa asciutta ma densissima, quasi borgesiana. I temi trattati questa volta spaziano davvero molto, come avete potuto leggere sopra. La chiave di lettura è sempre quella dell'approccio naturalistico alla conoscenza (leggi: Quine) e il filo conduttore è sempre la storia della scienza. Quella vera, ricostruita con precisione e con un meticoloso riferimento alle fonti originali, capace di rivoltare quasi tutti i luoghi comuni più diffusi e di smontare tutte le facili "teorie sulla scienza" che su di essi si basano.
 
Per salvare Copernico divenne necessario distruggere parti ampie del suo lascito: demolire il principio secondo cui l'universo è formato da sfere corporee, abbandonare la congerie di cicli che permettono di calcolare le posizioni dei pianeti attorno al Sole, costruire una nuova fisica in grado di abbattere i paradossi relativi al moto orbitale della Terra attorno al Sole e al moto rotatorio del nostro pianeta attorno a un asse. Per vie tra loro diverse, il salvataggio si ebbe con Galilei e con Keplero: ma il salvataggio stava trasformando il modello di Copernico in modo radicale, e la trasformazione coinvolgeva sia l'ontologia copernicana, sia i rapporti fra scienza e filosofia, sie le credenze di senso comune. Il cielo diventa un contenitore vuoto dei corpi celesti che si muovono all'interno della sua struttura non corporea ma geometrica, e le orbite dei pianeti devono essere allora governate da forze ancora inesplorate. La metafisica dominante va in frantumi, poichè crollano i pilastri di una filosofia prima i cui seguaci sostengono che nulla di nuovo può apparire nelle scienze poichè la natura stessa ha già parlato con la bocca di Aristotele: e ciò che da quella bocca è uscito ha il plauso della teologia e della politica, nonchè il conforto di molti accademici. E poi, com'è possibile credere nella veridicità del modello di Copernico, quando tutte le esperienze rese possibili dai sensi sono contrarie ai moti di rotazione e di rivoluzione della Terra? Ma il telescopio mostra angoli sperduti del mondo che nessuno aveva mai visto e che sono popolati da numeri immensi di stelle invisibili ad occhio nudo. E attorno a Giove ruotano quattro satelliti, e Saturno ha una forma enigmatica, e Venere ha le fasi come la Luna, e il Sole non è incorruttibile ma è ricoperto da macchie informi e scure. E ancor prima del telescopio, a occhio nudo s'era vista in cielo una nuova stella, e la nuova stella s'era lentamente spenta con il passare dei mesi.

12 February 2009

12 febbraio 1809

Che poi, a volersi ritirare un po' in disparte, oggi si festeggerebbero i 200 anni dalla nascita di Darwin (per i 150 anni della pubblicazione dell'origine delle specie bisognerà invece aspettare novembre, sempre di quest'anno).
Insomma, il Darwin Day nell'Anno di Darwin.
Di auguri di buon compleanno ce n'è all'infinito, in giro. Qualche spunto da cui partire potete trovarne qui o qui... e ovviamente su Progetto Galileo!

libertà di coscienza

Dopo l'irrefrenabile delirio, continuo a sentire in giro ancora tanta confusione sulla questione che, nonostante la morte di Eluana, non può certo dirsi chiusa.
A partire dallo stesso Mannheimer che sbaglia clamorosamente sondaggio, chissà se per ingenuità (per non dubitare della sua probità) o sofisma (per non mettere in dubbio la sua intelligenza). La domanda, infatti, non doveva essere "cosa sarebbe giusto fare nel caso di Eluana?", ma "in una situazione simile, vorresti poter decidere tu?". E chissà se anche di fronte a questa domanda, la vera domanda, l'Italia si ritroverebbe spaccta.
Il punto della questione, infatti — ed è incredibile come si sentano in giro ancora dibattiti accesi che mancano completamente il punto — non è affatto quale sia il protocollo da seguire in determinate circostanze (che già abbondano i casi, in Italia, in cui il legislatore pretende di sostuirsi al medico per decidere, in generale, cosa sia meglio fare in ogni singolo caso), ma è se sia possibile lasciare a ciascun individuo la libertà di scegliere se accettare o meno una cura (così invasiva sul proprio corpo).
Il punto della questione continua a non essere compreso dappertutto, tanto che anche in parlamento, al momento di votare un disegno di legge talebano fin nella sua forma raffazzonata di una semplice ed unica frase, si invoca l'inalienabile libertà di coscienza.
Ma vi rendete conto della contraddizione, della violenza che dobbiamo subire? C'è una legge che vuole privare il cittadino di un diritto e vuole obbligarlo a subire una violenza precisamente per il fatto di non poter reagire e non poter provvedere a se stesso... e ci si appella alla libertà di coscienza? La libertà di coscienza in parlamento per privare della libertà di coscienza in ospedale?
E' ancora delirio, è insulto all'intelligenza, dove sono tutti quanti? Vi siete bruciati il cervello? Giornalisti? Opposizione? Persino Di Pietro si è appellato alla libertà di coscienza in parlamento.
La potenza del Vaticano è immensa ancor più per questo, che per i fili diretti con cui riesce a muovere Berlusconi, per il fatto di obnubilare completamente le nostre coscienze, per la sua subdola capacità di insinuarsi nella nostra testa trasformandoci da dentro, facendoci apparire normale la violazione delle più normali libertà dell'individuo.

07 February 2009

frastornato

Sta accadendo tutto in fretta, tutto insieme.
Mancano le parole. Le parole non sono abbastanza.
Per riassumere: in contemporanea l’Italia ha introdotto la censura a tappeto di Internet, le ronde armate legalizzate, il divieto di curare gli immigrati clandestini acciocché spargano ovunque la tubercolosi e la lebbra, e in più è diventata una repubblica integralista religiosa sul modello dell’Iran islamico, con il Vaticano che dice al governo cosa deve fare e il governo che lo fa anche a costo di minare le basi della democrazia, come la separazione tra potere legislativo, esecutivo e giudiziario.
Travaglio nota che, ora che ha costretto Napolitano a non firmare il decreto incostituzionale su Eluana, Berlusconi si e' semplicemente spianato la strada per il prosieguo: se c’era qualche speranza che il Quirinale bocciasse la legge-porcata sulle intercettazioni o la controriforma della giustizia varata ieri dal Consiglio dei ministri o il nuovo pacchetto sicurezza che legalizza le ronde padane e impone ai medici di denunciare i malati clandestini, ora quelle possibilità si riducono al lumicino.
Fabristol osserva l'immensita' del potere del Vaticano: Berlusconi ha l’intera opinione pubblica contraria e parte dei propri alleati (fino a qualche giorno fa infatti non si era mai esposto sulla vicenda) eppure tira avanti.
 
Tutto in un giorno solo, un vero colpo di stato con in piu' il sapore di bassifondi ove non v'e' piu' traccia d'alcuna umanita'.