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14 July 2015

Teoria economica, da zero /31.10

Ma ogni azione umana ha elementi imprenditoriali, non solo quelle di chi porta avanti un'attività commerciale: i lavoratori impiegati alla produzione di orsacchiotti devono decidere se i salari più alti pagati dalla fabbrica di fuzzoloni sono un motivo sufficiente per cambiare lavoro; i proprietari terrieri devono capire come cambierà il valore dei propri spazi in base alla posizione dei negozi di fuzzoloni; i capitalisti devono decidere se concedere prestiti agli imprenditori di fuzzoloni per l'avvio della loro società. L'economista di scuola austriaca W.H. Hutt ha sottolineato come ci sia imprenditorialità persino in azioni di consumo: gli acquirenti di Personal Computer si chiedono quanto saranno grandi gli sconti sotto Natale, o quanto caleranno i prezzi subito dopo. L'imprenditorialità è il tentativo di gestire l'incertezza del futuro nel pianificare le proprie azioni.
 
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13 July 2015

Teoria economica, da zero /31.9

Immaginiamo che nell'economia in ciclo perenne di Nirvana giunga voce che sia stato scoperto un nuovo animale a Freedonia: il fuzzolone. Il fuzzolone è una specie di mix fra un gatto, un orsacchiotto e una scimmietta, e gli abitanti di Nirvana se ne sono innamorati: è compito dell'imprenditore capire quali aggiustamenti del mercato richieda questa nuova infatuazione. Magari i consumatori vorranno una linea di pupazzi a forma di fuzzolone per Natale. Ma le risorse del mercato sono impiegate per fare altre cose e un imprenditore per poter approntare una linea di pupazzi di fuzzolone deve richiamare alcune di quelle risorse dal loro impiego precedente. Il che farà aumentare il prezzo di quelle risorse — ma di quanto? Varrà la pena fabbricare fuzzoloni a quel costo? Quanti pupazzi si riuscirà a vendere? A quanto, si riuscirà a venderli?
 
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12 July 2015

Teoria economica, da zero /31.8

Come i talenti, come tutte le capacità e le predisposizioni, anche questa è distribuita in maniera non uniforme tra gli uomini: quelli particolarmente bravi in questo riusciranno a guadagnare un profitto imprenditoriale: col loro "fiuto" superiore, adeguano la produzione per adeguarsi ai nuovi bisogni più velocemente di quanto riescano a fare i propri concorrenti. Gli imprenditori si rendono conto che il cambiamento si rifletterà alla fine nei prezzi di mercato, ma ci vorrà tempo perché tutti gli attori del mercato digeriscano il significato del cambiamento e fino a quel momento i prezzi saranno disallineati: ci sono dei fattori di produzione — lavoratori, terreni, materie prime, macchinari, etc... — che possono essere utilizzati meglio per venire incontro ai nuovi bisogni, che sono dedicati, al momento del cambiamento, ad usi meno importanti. Alla fine i prezzi di queste risorse cambierà per riflettere la loro nuova utilità, ma al momento del cambiamento, alcuni loro prezzi relativi sono troppo bassi, altri troppo alti.
 
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11 July 2015

Teoria economica, da zero /31.7

Mises descrive l'importanza della scelta umana nel confronto fra l'economia e le scienze fisiche come segue:
Nella misura in cui esistono delle relazioni costanti fra le grandezze meccaniche e tali relazioni possono essere messe in luce tramite esperimenti, è possibile usare equazioni per trovare soluzione a specifici problemi tecnologici: la nostra moderna civiltà industrializzata è essenzialmente il risultato dell'utilizzo delle equazioni differenziali della fisica. Ma tali relazioni costanti non esistono affatto fra le grandezze economiche (Human Action).
Affrontiamo il futuro incerto delle azioni umane usando la nostra immedesimazione, che significa "mettersi nei panni degli altri": cerchiamo di immaginarci come gli altri valutano le situazioni, di immaginarci i loro desideri e i loro piani, i fini delle loro azioni. Gli imprenditori, per farsi un'idea degli effetti di un cambiamento, si basano proprio su questo tipo di interpretazione, sul loro "sesto senso" su quali scelte le persone faranno in risposta a quel cambiamento.
 
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10 July 2015

Teoria economica, da zero /31.6

Una conoscenza perfetta è incompatibile con una vera scelta. Una vera scelta implica che la persona che sta scegliendo potrebbe prendere una tagliata o un'aragosta, e fintanto che la scelta non è compiuta, nemmeno la persona stessa sa cosa sceglierà — se lo sapesse, non ci sarebbe niente da ponderare e nessuna decisione da prendere. Se dovesse scegliere la tagliata invece dell'aragosta, non ci sarebbe alcuna garanzia che il giorno dopo non potrebbe optare per un'aragosta; se dovesse scegliere la tagliata invece dell'aragosta, non ci sarebbe alcuna garanzia che sceglierebbe due tagliate invece che due aragoste (l'utilità marginale della tagliata potrebbe declinare più rapidamente di quella dell'aragosta); se dovesse scegliere la tagliata invece dell'aragosta oggi e domani un'aragosta invece che un fagiano, non ci sarebbe alcuna garanzia che il giorno dopo ancora opterà per il fagiano invece che per la tagliata.
 
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09 July 2015

Teoria economica, da zero /31.5

Tutti i fattori dell'economia in ciclo perenne sono perfettamente accordati per rispondere all'immobile domanda dei consumatori: perché si creino opportunità di profitto, è necessario che si presenti un cambiamento nei dati di mercato. Più precisamente, è necessario che si presenti un cambiamento che introduca un elemento di incertezza nei piani futuri delle azioni umane: è il rischio e l'incertezza che crea il bisogno del ruolo dell'imprenditore. Se i Nirvanianesi hanno più figli, consumeranno proporzionalmente più cibo? Il tasso di natalità sarà d'ora in avanti sempre così, o si tratta di un evento isolato, o al contrario continuerà addirittura a crescere ulteriormente? Le scelte degli uomini contemporaneamente presuppongono e creano incertezza: mancando incertezza nell'economia in ciclo perenne, poiché tutti i dati di mercato sono già noti, in essa sono assenti anche le scelte.
 
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08 July 2015

Teoria economica, da zero /31.4

Analogamente alcuni proprietari terrieri potrebbero giudicare di proprio maggior vantaggio spostare d'uso alcuni apprezzamenti per aumentare la superficie coltivabile; alcuni lavoratori potrebbero giudicare più proficuo lasciare il proprio lavoro corrente e dedicarsi a fare la tata. Nel fare simili scelte e cambiamenti, ciascuna di queste persone sta agendo col ruolo di imprenditore. Come scrive Mises in “Profit and Loss”: le azioni dell'imprenditore consistono nel prendere decisioni, nel determinare per quali scopi i mezzi di produzione devono essere impiegati. È la percezione corretta delle possibilità di miglioramento, del modificare ciò che è in ciò che dovrebbe essere, che crea i profitti in economia, ed è la percezione sbagliata di quelli, che crea le perdite. In questo senso è chiaro che nell'economia in ciclo perenne non c'è profitto alcuno né perdita, in un senso economico — i possessori di capitale matureranno l'interesse dei propri investimenti al tasso di mercato: sì, dal punto di vista di bilancio e della tassazione è considerato profitto, ma in economia si considera profitto un tasso superiore a quello di mercato.
 
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07 July 2015

Teoria economica, da zero /31.3

Qualche proprietario d'azienda considererà di poter aumentare un po' la fornitura di accessori per passeggino al prezzo corrente — sottraendo risorse ad altre forniture, destinate ad altri usi. Se la sua intuizione si rivelerà corretta, guadagnerà dall'aumentata domanda di passeggini. Ma immaginiamo che i Nirvaniesi riescano a usare alcuni passeggini per due bimbi, in modo da lasciare inalterata la domanda di passeggini: in tal caso il proprietario d'azienda subirebbe una perdita. Le perdite da parte di chi interpreta male i cambiamenti nella domanda dei consumatori è parte integrante del processo di mercato tanto quanto i guadagni di coloro che li interpretano correttamente. Il proprietario d'azienda assume sempre un rischio agendo secondo la sua personale interpretazione degli eventi, dal momento che la sua interpretazione è necessariamente contraria a quella prevalente del mercato: se "Mr. Mercato" avesse già aggiustato domanda e offerta secondo l'interpretazione dell'imprenditore, non ci sarebbe più alcun profitto da trarre.
 
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06 July 2015

Teoria economica, da zero /31.2

Diciamo dunque di avere la nostra economia in ciclo perenne già a regime in un paese che chiameremo Nirvana. Da dove che sia, subentra un cambiamento nel liscio ed irreale funzionamento di questa economia. Diciamo ad esempio che la generazione corrente dei Nirvanesi ha un po' più nuovi nati della generazione precedente: il perfetto coordinamento di tutti gli elementi della loro economia si trova improvvisamente fuori equilibrio. Ci sarà un piccolo aumento della domanda di cibo nell'anno corrente rispetto a quello precedente, ci sarà bisogno di un po' più di vestitini e lettini; più in generale, molte altre cose nella struttura economica di Nirvana non corrisponderanno più ai bisogni dei suoi abitanti. Ebbene, il ruolo degli imprenditori è precisamente quello di provvedere ai cambiamenti necessari.
 
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05 July 2015

Teoria economica, da zero /31.1

# Gli imprenditori
Per cogliere il senso di tale categoria economica, ne considereremo il ruolo nel caso semplice dell'economia in ciclo perenne; o meglio, la completa assenza di tale ruolo! La caratteristica principale dell'economia in ciclo perenne è che non c'è incertezza nel futuro. In una simile situazione speciale il ruolo dell'imprenditore non esiste affatto: non c'è alcuna incertezza, alcun cambiamento dei dati di mercato cui far fronte.
Per analizzare l'effetto di un cambiamento nel mercato ci figureremo una situazione priva di qualunque cambiamento e introducendo quindi quel cambiamento.
 
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04 July 2015

Teoria economica, da zero /30.4

Mises, in Human Action, definisce le funzioni come segue:
Nel contesto della teoria economica, il significato dei termini è questo:
# l'imprenditore è l'uomo che agisce in relazione ai cambiamenti dei dati del mercato;
# il capitalista e il possidente sono gli uomini che agiscono in relazione ai cambiamenti nel valore e nel prezzo, anche a parità dei dati di mercato, delle rendite, ovvero di ciò che viene pagato sulla base del mero fatto che il tempo scorre, cioè per il fatto che qualcosa viene valutata diversamente nel presente rispetto al futuro;
# il lavoratore è l'uomo quando impiega se stesso come fattore di produzione.
Ciascuna categoria trae un diverso tipo di guadagno dal mercato: gli imprenditori, attraverso giudizi creativi, guadagna profitto; il capitalista, risparmiando per il futuro, guadagna interesse; il lavoratore, attraverso il suo lavoro, guadagna un salario.
Per ciascuna categoria, diremo qualche parola più in dettaglio.
 
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03 July 2015

Teoria economica, da zero /30.3

In senso storico, gli imprenditori sono quella classe di individui che avviano grandi imprese e si espongono a grossi rischi sui mercati finanziari. Storicamente, ad esempio, si può discutere de "l'imprenditore come icona degli anni '90", riferendosi a Bill Gates (Microsoft), Larry Ellison (Oracle), Steve Case (America Online), Jeff Bezos (Amazon.com), Jim Clark (Netscape), e così via. Ma dal punto di vista economico, come ruolo dell'agire, quella dell'imprenditore è la componente dell'agire che cerca di far fronte alle incertezze della condizione futura. Dal punto di vista della sua funzione, quella dell'imprenditore è una componente che ciascuno impiega: tutti noi dobbiamo agire nel rischio di un futuro incerto.
 
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02 July 2015

Teoria economica, da zero /30.2

I termini usati per descrivere le quattro funzioni su cui ci concentreremo — imprenditori, capitalisti/proprietari, lavoratori e consumatori — hanno purtroppo una sfera semantica che si sovrappone a dei ruoli storici. Quando uno storico parla de "la condizione dei lavoratori nelle fabbriche ottocentesche" usa il termine "lavoratori" per riferirsi ad una categoria di persone reali del mondo reale. A seconda del contesto, "lavoratori" in questo senso può riferirsi a categorie come "manovali" o "salariati". In economia, invece, il termine non si riferisce a categorie di persone, ma a ruoli funzionali. Quando parla del ruolo del lavoratore, intende riferirsi a quegli aspetti dell'agire umano che implicano l'impiego del lavoro umano. Dal punto di vista economico, tutte le persone che non sono totalmente mantenute da altri (ad esempio i bambini) assumono il ruolo di lavoratori. Quando il ricco proprietario apre la posta contenente gli assegni degli affitti, sta, in quel momento, rivestendo il ruolo di lavoratore. Anche durante il consumo è presente il ruolo di lavoratore: devi fare un minimo di lavoro anche solo per stappare la tua birra.
 
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01 July 2015

Teoria economica, da zero /30.1

L'economia, in realtà, non può rispondere alla questione di quali persone meritino quali beni di questa terra; però può spiegare in che modo il valore che i consumatori danno ai beni di consumo confluisce e risale lungo i vari fattori di produzione che sono stati necessari a produrli. Per comprendere tale flusso, astrarremo dal complesso dell'economia reale alcuni fattori economici: gli imprenditori, i capitalisti, o proprietari terrieri, i lavoratori e i consumatori.
Il processo di mercato è di una complessità stupefacente: tutti gli eventi sono strettamente intrecciati gli uni con gli altri e non sarebbe possibile cogliere l'intera rete di relazioni che compone il mercato nella sua interezza. L'idea di un modello semplificato è proprio quella di isolare gli elementi chiave, come le funzioni di produzione che analizzeremo di seguito. Si tratta essenzialmente della stessa strategia usata dai fisici, con la differenza che in fisica l'ambito di applicazione è "la materia", mentre in economia l'oggetto di studio sono le azioni e i piani dell'agire umano.
 
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30 June 2015

Teoria economica, da zero /29.4

Accanto al "normale" rendimento del capitale, dovremmo anche spiegare da dove viene l'enorme — "eccessivo" — guadagno dei capitalisti; anche fra i molti che accettano come legittimo un "ragionevole profitto" dei capitalisti per il loro investimento in macchinari, edifici, ricerca, e così via, ce ne sono alcuni che considerano inquietante che qualcuno possa guadagnare diversi miliardi di dollari in pochi anni: cosa mai possono aver fatto per "meritare" così tanti soldi?
 
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29 June 2015

Teoria economica, da zero /29.3

Marx stesso si rendeva conto del problema e cercò di aggirarlo cercando di basare il concetto di valore su quello di lavoro "socialmente utile". Ma ormai abbiamo capito che possiamo misurare quale lavoro le persone giudicano utile soltanto guardando a quanto sono disposte a pagare per quel lavoro — il salario.
La teoria di Marx lascia inspiegati anche tutti i macchinari che i lavoratori usano. Lasciamo pure perdere chi li ha costruiti e chi li possedeva prima che venisse adottato il socialismo, resta comunque la questione della loro manutenzione: servono comunque risorse per quello. In una economia di mercato, tali risorse vengono fornite dai capitalisti. In un'economia comunista è il governo stesso che, lungi dall'essere in grado di restituire il salario "rubato" ai lavoratori dai capitalisti, deve "rubare" ai lavoratori quella porzione di salario. Anzi, in realtà la porzione di salario rubato dal governo sarebbe addirittura maggiore, data l'inefficienza nell'uso delle risorse sotto una gestione socialista.
 
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28 June 2015

Teoria economica, da zero /29.2

Karl Marx aveva elaborato una spiegazione di come avviene la distribuzione: tutto il valore di un bene, diceva, viene dal lavoro fatto per produrlo e dunque il fatto che i lavoratori non ottenessero tutto il guadagno della vendita era da considerarsi uno sfruttamento. I capitalisti e i proprietari terrieri, avendo il controllo del sistema politico, sono in grado di risucchiare una parte della ricchezza che dovrebbe andare ai lavoratori.
Ma abbiamo già visto che Helena non pagherebbe Rich per distruggere trappole, neppure se dovesse faticare tanto quanto fatica a costruirne: non possiamo calcolare il valore di un bene "sommando" il lavoro fatto per costruirlo. Le persone non danno valore al lavoro in sè, danno valore alle cose che credono possano migliorare la propria vita.
 
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27 June 2015

Teoria economica, da zero /29.1

La nostra economia giocattolo ha dunque una struttura di capitale, scambi volontari e una moneta; e abbiamo esaminato gli stati di stasi, dei punti fissi attorno a cui gravitano i movimenti del mercato. Siamo dunque pronti per la domanda che tutti hanno in mente avvicinandosi all'economia: chi fa i soldi? Nella vendita di un bene, verso chi vanno i ricavi? Come si distribuisce la ricchezza prodotta dall'economia?
 
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26 June 2015

Teoria economica, da zero /28.3

Da un lato, infatti, c'è il pericolo di cadere nell'uso di costruzioni del tutto immaginarie e irrealistiche: chiaramente vogliamo utilizzare tali costruzioni mentali proprio in quanto non reali — esse ci permettono di astrarre dalla realtà solo quei fattori rilevanti per una certa analisi. Ma non bisogna mai dimenticarsi che non si tratta di fotografie del mondo reale né dobbiamo giudicare la bontà del nostro modello da quanto fedelmente approssima la realtà.
Dall'altro lato del crinale c'è il rischio di prendere troppo sul serio il modello, come capita spesso in molte correnti economiche moderne: montagne di articoli pieni di equazioni matematiche che descrivono le "condizioni di equilibrio" come se stessero discutendo l'economia reale, quando l'equilibrio rappresenta uno strumento astratto per studiare un singolo cambiamento isolato da tutti gli altri e non una possibile condizione dell'economia reale.
 
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25 June 2015

Teoria economica, da zero /28.2

Una simile economia a volte è detta essere "in equilibrio", ma si tratta di un equilibrio stazionario, non statico: l'attività economica non è assente, semplicemente di ripete sempre uguale; per questo Ludwig von Mises l'ha battezzata "evenly rotating economy", economia in ciclo perenne. Un tale mondo non potrebbe nemmeno esistere, ma è un utile strumento mentale: introducendovi un singolo cambiamento possiamo isolarne gli effetti, affrancandoci dalle intricate relazioni del mondo reale.
Ma, in quanto modello ideale, il suo utilizzo è sempre una questione di delicato equilibrio in cui è necessaria una spietata autocritica per restare sul sottile crinale fra due ugualmente pericolose derive, in cui falsi sillogismi, assurdità e non-sense sono sempre in agguato.
 
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