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26 June 2015

Teoria economica, da zero /28.3

Da un lato, infatti, c'è il pericolo di cadere nell'uso di costruzioni del tutto immaginarie e irrealistiche: chiaramente vogliamo utilizzare tali costruzioni mentali proprio in quanto non reali — esse ci permettono di astrarre dalla realtà solo quei fattori rilevanti per una certa analisi. Ma non bisogna mai dimenticarsi che non si tratta di fotografie del mondo reale né dobbiamo giudicare la bontà del nostro modello da quanto fedelmente approssima la realtà.
Dall'altro lato del crinale c'è il rischio di prendere troppo sul serio il modello, come capita spesso in molte correnti economiche moderne: montagne di articoli pieni di equazioni matematiche che descrivono le "condizioni di equilibrio" come se stessero discutendo l'economia reale, quando l'equilibrio rappresenta uno strumento astratto per studiare un singolo cambiamento isolato da tutti gli altri e non una possibile condizione dell'economia reale.
 
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25 June 2015

Teoria economica, da zero /28.2

Una simile economia a volte è detta essere "in equilibrio", ma si tratta di un equilibrio stazionario, non statico: l'attività economica non è assente, semplicemente di ripete sempre uguale; per questo Ludwig von Mises l'ha battezzata "evenly rotating economy", economia in ciclo perenne. Un tale mondo non potrebbe nemmeno esistere, ma è un utile strumento mentale: introducendovi un singolo cambiamento possiamo isolarne gli effetti, affrancandoci dalle intricate relazioni del mondo reale.
Ma, in quanto modello ideale, il suo utilizzo è sempre una questione di delicato equilibrio in cui è necessaria una spietata autocritica per restare sul sottile crinale fra due ugualmente pericolose derive, in cui falsi sillogismi, assurdità e non-sense sono sempre in agguato.
 
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24 June 2015

Teoria economica, da zero /28.1

Facciamo un ulteriore passo nel nostro esperimento mentale, e immaginiamo un'economia che abbia raggiunto lo stato di stasi finale per tutti i beni. Una tale economia sarebbe un eterno ciclo di ripetizione dei medesimi eventi: lo stesso numero di bambini nati ogni anno, e quello stesso preciso numero di persone decedute; lo stesso numero di beni prodotti ogni anno, e una domanda per quei beni di quella stessa precisa quantità; nessun raccolto mai andato male, nessuna attività in bancarotta, nessun nuovo prodotto introdotto sul mercato e nessun gusto di alcuna persona mai diverso. Se avete visto "Il giorno della marmotta", potete immaginare che tipo di mondo sarebbe: ogni mattina Bill Murray si sveglia per scoprire che è lo stesso identico giorno della mattina precedente, con tutti gli eventi che si ripresentano ancora e ancora. La differenza fra il film e il nostro mondo immaginario è che nel film il personaggio di Bill Murray continua ad imparare dal giorno prima, e a cambiare.
 
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