30 June 2015

Teoria economica, da zero /29.4

Accanto al "normale" rendimento del capitale, dovremmo anche spiegare da dove viene l'enorme — "eccessivo" — guadagno dei capitalisti; anche fra i molti che accettano come legittimo un "ragionevole profitto" dei capitalisti per il loro investimento in macchinari, edifici, ricerca, e così via, ce ne sono alcuni che considerano inquietante che qualcuno possa guadagnare diversi miliardi di dollari in pochi anni: cosa mai possono aver fatto per "meritare" così tanti soldi?
 
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29 June 2015

Teoria economica, da zero /29.3

Marx stesso si rendeva conto del problema e cercò di aggirarlo cercando di basare il concetto di valore su quello di lavoro "socialmente utile". Ma ormai abbiamo capito che possiamo misurare quale lavoro le persone giudicano utile soltanto guardando a quanto sono disposte a pagare per quel lavoro — il salario.
La teoria di Marx lascia inspiegati anche tutti i macchinari che i lavoratori usano. Lasciamo pure perdere chi li ha costruiti e chi li possedeva prima che venisse adottato il socialismo, resta comunque la questione della loro manutenzione: servono comunque risorse per quello. In una economia di mercato, tali risorse vengono fornite dai capitalisti. In un'economia comunista è il governo stesso che, lungi dall'essere in grado di restituire il salario "rubato" ai lavoratori dai capitalisti, deve "rubare" ai lavoratori quella porzione di salario. Anzi, in realtà la porzione di salario rubato dal governo sarebbe addirittura maggiore, data l'inefficienza nell'uso delle risorse sotto una gestione socialista.
 
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28 June 2015

Teoria economica, da zero /29.2

Karl Marx aveva elaborato una spiegazione di come avviene la distribuzione: tutto il valore di un bene, diceva, viene dal lavoro fatto per produrlo e dunque il fatto che i lavoratori non ottenessero tutto il guadagno della vendita era da considerarsi uno sfruttamento. I capitalisti e i proprietari terrieri, avendo il controllo del sistema politico, sono in grado di risucchiare una parte della ricchezza che dovrebbe andare ai lavoratori.
Ma abbiamo già visto che Helena non pagherebbe Rich per distruggere trappole, neppure se dovesse faticare tanto quanto fatica a costruirne: non possiamo calcolare il valore di un bene "sommando" il lavoro fatto per costruirlo. Le persone non danno valore al lavoro in sè, danno valore alle cose che credono possano migliorare la propria vita.
 
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27 June 2015

Teoria economica, da zero /29.1

La nostra economia giocattolo ha dunque una struttura di capitale, scambi volontari e una moneta; e abbiamo esaminato gli stati di stasi, dei punti fissi attorno a cui gravitano i movimenti del mercato. Siamo dunque pronti per la domanda che tutti hanno in mente avvicinandosi all'economia: chi fa i soldi? Nella vendita di un bene, verso chi vanno i ricavi? Come si distribuisce la ricchezza prodotta dall'economia?
 
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26 June 2015

Teoria economica, da zero /28.3

Da un lato, infatti, c'è il pericolo di cadere nell'uso di costruzioni del tutto immaginarie e irrealistiche: chiaramente vogliamo utilizzare tali costruzioni mentali proprio in quanto non reali — esse ci permettono di astrarre dalla realtà solo quei fattori rilevanti per una certa analisi. Ma non bisogna mai dimenticarsi che non si tratta di fotografie del mondo reale né dobbiamo giudicare la bontà del nostro modello da quanto fedelmente approssima la realtà.
Dall'altro lato del crinale c'è il rischio di prendere troppo sul serio il modello, come capita spesso in molte correnti economiche moderne: montagne di articoli pieni di equazioni matematiche che descrivono le "condizioni di equilibrio" come se stessero discutendo l'economia reale, quando l'equilibrio rappresenta uno strumento astratto per studiare un singolo cambiamento isolato da tutti gli altri e non una possibile condizione dell'economia reale.
 
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25 June 2015

Teoria economica, da zero /28.2

Una simile economia a volte è detta essere "in equilibrio", ma si tratta di un equilibrio stazionario, non statico: l'attività economica non è assente, semplicemente di ripete sempre uguale; per questo Ludwig von Mises l'ha battezzata "evenly rotating economy", economia in ciclo perenne. Un tale mondo non potrebbe nemmeno esistere, ma è un utile strumento mentale: introducendovi un singolo cambiamento possiamo isolarne gli effetti, affrancandoci dalle intricate relazioni del mondo reale.
Ma, in quanto modello ideale, il suo utilizzo è sempre una questione di delicato equilibrio in cui è necessaria una spietata autocritica per restare sul sottile crinale fra due ugualmente pericolose derive, in cui falsi sillogismi, assurdità e non-sense sono sempre in agguato.
 
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24 June 2015

Teoria economica, da zero /28.1

Facciamo un ulteriore passo nel nostro esperimento mentale, e immaginiamo un'economia che abbia raggiunto lo stato di stasi finale per tutti i beni. Una tale economia sarebbe un eterno ciclo di ripetizione dei medesimi eventi: lo stesso numero di bambini nati ogni anno, e quello stesso preciso numero di persone decedute; lo stesso numero di beni prodotti ogni anno, e una domanda per quei beni di quella stessa precisa quantità; nessun raccolto mai andato male, nessuna attività in bancarotta, nessun nuovo prodotto introdotto sul mercato e nessun gusto di alcuna persona mai diverso. Se avete visto "Il giorno della marmotta", potete immaginare che tipo di mondo sarebbe: ogni mattina Bill Murray si sveglia per scoprire che è lo stesso identico giorno della mattina precedente, con tutti gli eventi che si ripresentano ancora e ancora. La differenza fra il film e il nostro mondo immaginario è che nel film il personaggio di Bill Murray continua ad imparare dal giorno prima, e a cambiare.
 
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23 June 2015

Teoria economica, da zero /27.4

Ma immaginiamo una situazione in cui tutti i dati rilevanti per questo mercato sono immobili: in tal caso il mercato raggiungerebbe l'ultimo prezzo, lo stato di stasi finale. È uno stato immaginario, che non potrebbe mai presentarsi nella realtà: la stessa natura dell'azione umana è quella di tentare di modificare ciò che è in vista di quel che dovrebbe essere secondo chi agisce, fintantoché l'economia sarà popolata da uomini e non da robot, non emergerà mai lo stato di stasi finale.
 
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22 June 2015

Teoria economica, da zero /27.3

Ma lo stato di stasi non dura mai per sempre: un cambiamento nei dati di mercato rimette in attività gli attori di mercato. Nell'esempio del mercato di capre e mais, avevamo ipotizzato che Kyle e Stephen si erano stufati di mangiare mais e avevano trovato un venditore di zucche, e questo cambiamento aveva messo di nuovo in moto il processo di mercato: compratori e venditori cercano un nuovo prezzo, si trovano, scambiano e il mercato torna in un altro stato di stasi. Analogamente, nel mercato dei titoli azionari, un dato prezzo dura finché un qualche dato nuovo non viene alla luce che riguarda quel prezzo. E un dato nuovo potrebbe essere anche l'opinione di un investitore sulle prospettive di una compagnia; un prezzo può durare il tempo che un investitore prema F9 su un foglio di Excel per ricalcolare il valore delle azioni al prezzo corrente di mercato: se l'investitore, visto il risultato di quella rivalutazione, decide di comprare, la domanda cresce e i dati di mercato cambiano. Lo stato di stasi può non tenere in conto i piani futuri degli attori di mercato. Magari Emma ha piantato una nuova variante di mais che venderà solo nella prossima stagione: lo stato attuale del mercato capre-mais può essere in stasi, ma sappiamo già che ci saranno nuovi dati che modificheranno questo stati.
 
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21 June 2015

Teoria economica, da zero /27.2

Il punto di partenza è dunque il semplice stato di stasi. Non si tratta di uno stato immaginario, ma si verifica realmente nel processo di mercato: si verifica ogni volta che tutti i compratori e i venditori disposti ad effettuare scambi al prezzo di mercato e che sono a conoscenza di poterlo fare, l'hanno già fatto. Era uno stato di stasi quello del capitolo 4, in cui i commercianti di capre e mais avevano effettuato tutti gli scambi che giudicavano profittevoli e gli scambi erano quindi cessati. In un'economia reale, questa situazione si presenta più e più volte. Chiunque scorra lo stock market ticker, la cronologia in tempo reale della situazione di borsa, può osservare il presentarsi dello stato di stasi più volte al giorno: a volte per qualche secondo, a volte per minuti, a volte persino per ore, su titoli poco scambiati, non c'è alcuna attività di scambio. Tutti i compratori disposti a comprare al prezzo corrente e i venditori disposti a vendere al prezzo corrente l'hanno fatto.
 
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20 June 2015

Teoria economica, da zero /27.1

Consideriamo ora alcune situazioni in cui, in qualche senso, il mercato "è giunto all'equilibrio". Alcuni stati di mercato che esamineremo non sono stati possibili del mondo reale, ma saranno ugualmente importanti come esperimenti mentali per comprendere meglio i meccanismi sottostanti il processo di mercato.
Per meglio comprendere l'impatto dei cambiamenti, partiamo dal considerare un'economia in cui ogni cambiamento è assente; procederemo poi considerando un singolo cambiamento per valutarne gli impatti. Gradualmente, introducendo il cambiamento nel nostro modello mentale, riusciremo a farci un'idea del processo di mercato nella sua reale complessità.
 
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19 June 2015

Teoria economica, da zero /26.4

4) Ma anche immaginando di conoscere precisamente i costi-opportunità di qualcuno, stabilire un pezzo basato su di essi non tiene in alcun modo conto dei possibili guadagni imprenditoriali. Nell'adattare correttamente i fattori di produzione per anticipare la domanda futura dei consumatori, l'imprenditore spera di ottenere dei guadagni ben superiori a quelli avrebbe potuto ottenere in qualche altro investimento. Modelli matematici formali che tentano di quantificare l'imprenditorialità sono sterili: è come se stessero cercando di predire il punteggio medio futuro di un lanciatore di baseball della prima serie con un modello che astragga il battitore umano e formuli le sue equazioni in termini unicamente delle variabili mazza e palla.
 
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18 June 2015

Teoria economica, da zero /26.3

3) Jordan potrebbe avere in mente una carriera rampante, in cui crede di poter guadagnare 40 milioni di dollari l'anno senza sudarseli troppo. E, di nuovo, potrebbe fallire miseramente. Questa è sovente la condizione reale di quegli imprenditori che stanno considerando un investimento speculativo, ad esempio quello di una banca in procinto di installare un bancomat nella hall di un hotel: come confrontare i guadagni provenienti dal bancomat con quelli, chessò, di una campagna pubblicitaria? Nella migliore delle ipotesi i manager della banca possono fare delle stime plausibili. Le stime dei costi di opportunità di un'impresa reale sono ben lontane da un bel conto oggettivo e sono invece spesso basate su vaghe sensazioni e prefigurazioni di come sarà il mercato.
 
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17 June 2015

Teoria economica, da zero /26.2

2) Michael Jordan potrebbe voler proprio vivere in una città fredda e ventosa, vicino a impianti di imballaggio della carne, vicino ad una ampia popolazione di origini polacca. E nonostante ciascuno di questi elementi entrerebbe in gioco nella sua decisione, aumentando i suoi costi-opportunità di spostarsi, nemmeno Jordan stesso saprebbe quantificarli. Le sue preferenze sono una scala di ordinamento, ma non possono essere misurate. Come diceva Mises: "guadagni e perdite, in questo senso originario, sono fenomeni psicologici e in quanto tali impossibili da misurare o da esprimere in maniera tale da fornire ad altri una precisa informazione riguardo la loro intensità".
 
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