24 April 2015

Teoria economica, da zero /13.1

La risposta a questo problema è nota col nome di legge del vantaggio comparato di Ricardo, in onore dell'economista inglese. Il contesto in cui nacque e i primi campi d'applicazione erano il commercio, ma si tratta di una legge universale applicabile ad ogni tipo di cooperazione umana. Per via di questo vasto campo di applicabilità, Mises pensava sarebbe stato meglio chiamarla legge della convivenza associativa. In effetti può essere più facile comprendere questa legge a livello personale, dopodiché le sue implicazioni per il commercio diventano chiare.
 
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23 April 2015

Teoria economica, da zero /12.6

Smith aveva colto questi vantaggi della divisione del lavoro, ma aveva lasciato irrisolto un interessante problema che riguardava il commercio internazionale. La soluzione però ha implicazioni che vanno ben al di là del commercio internazionale e val dunque la pena analizzare anche qui il problema.
Smith sottolineava che non aveva senso, ad esempio, che la Scozia si mettesse a produrre vino, nonostante l'uso di serre certamente glielo consentirebbe. Se la Scozia producesse lana e la Spagna vino, e gli abitanti dei due paesi commerciassero i beni non disponibili nella produzione locale, ne gioverebbero entrambe le popolazioni. Ma cosa succederebbe se un paese, magari per via di svantaggi geografici o di una popolazione non sufficientemente istruita, producesse peggio qualsiasi bene che un altro paese già produce? Non sarebbe meglio per quel paese messo peggio che alzasse barriere doganali che consentissero alle industrie locali di svilupparsi? Come potrebbe offrire qualcosa in commercio alle altre nazioni più avanzate?
 
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22 April 2015

Teoria economica, da zero /12.5

Alcune critiche alla moderna società industriale puntano il dito proprio su una tale specializzazione. Le persone, si dice, si alienano, meri ingranaggi in una grande macchina, trovano il proprio lavoro noioso e ripetitivo in un sistema di crescente divisione del lavoro.
L'economia non può rispondere a simili critiche: come già sottolineato, essa non cerca di suggerire un insieme di valori rispetto ad un altro; non può affermare che coloro che scelgono una vita più interessante e variegata rispetto una maggiore ricchezza materiale hanno fatto una scelta peggiore. Quel che l'economia può dire, però, a chi cerca di imporre una simile scelta a tutta la società, è che senza divisione del lavoro la Terra potrebbe sostenere solo una minuscola frazione della popolazione attuale. Forse quelli che sopravviverebbero al periodo di transizione troverebbero il loro mondo più soddisfacente del nostro, ma i miliardi che morirebbero nel passaggio forse potrebbero meritare un po' di comprensione per non essere stati ďaccordo.
 
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21 April 2015

Teoria economica, da zero /12.4

L'allenamento, però, è proprio il terzo punto di forza della divisione del lavoro. La divisione del lavoro permette alle persone di concentrare i propri sforzi nello sviluppare certe abilità e ignorare un ampio ventaglio di altre abilità che non sono necessarie al proprio lavoro. Le persone che progettano personal computer, ad esempio, di solito hanno poca conoscenza degli aspetti del sistema di cui non si occupano: al livello più basso, chi progetta chip applica le proprie conoscenze di fisica dei materiali per ottenere componenti ad altre prestazioni; molti livelli più in alto di quest'ultimo, gli sviluppatori di sistemi operativi applicano le proprie conoscenze di programmazione per trovare modi efficienti di organizzare i dati su disco o eseguire programmi; altri livelli di astrazione ancora più in alto, chi disegna interfacce grafiche si specializza nel creare “look-and-feel” che migliorino la facilità d'uso dei programmi. Nessuna di queste persone potrebbe portare a termine il proprio compito se dovesse occuparsi anche degli altri livelli del sistema. E se doveste pensare si tratti di una situazione specifica di sistemi complessi come un PC, vi suggerisco la lettura del famoso saggio di Leonard Read “I, Pencil”, in cui mostra che nessun individuo al mondo sarebbe capace di creare da solo un oggetto tanto semplice qual è una matita.
 
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20 April 2015

Teoria economica, da zero /12.3

Ci sono tre motivi per cui la divisione del lavoro aumenta così tanto la produzione materiale.
La prima è che le persone vivono in parti del mondo diverse fra di loro per molti aspetti. Ad esempio una persona che vive in Florida è in condizioni più adatte alla coltivazione di arance rispetto a chi vive in New England; d'altra parte quest'ultimo è in condizioni più favorevole dell'altra per la produzione di sciroppo d'acero.
Il secondo motivo è che le persone stesse non hanno tutte le stesse capacità. Non è questa la sede per approfondire la questione natura/cultura, ci limiteremo ad osservare che, quale che sia la ragione, le persone si affacciano sul mondo del lavoro con diverse attitudini. Sono un tipo bassino e avrei certamente qualche difficoltà, anche mettendo in conto un "giusto" allenamento, ad intraprendere una carriera da cestista.
 
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19 April 2015

Teoria economica, da zero /12.2

Adam Smith sottolineò l'incredibile aumento nella produzione materiale che derivò dalla divisione del lavoro. L'esempio con cui apre "The Wealth of Nations" è quello della fabbricazione di spilli. Un uomo da solo potrebbe, forse, e con grande difficoltà, costruire uno spillo al giorno. Ma anche oltre due secoli fa, quando scriveva Smith, un piccolo negozio di spilli, dividendo la fabbricazione in diciotto diverse fasi, consentiva ad una decina di persone di produrre 48 mila spilli al giorno, ovvero 4800 spilli per persona.
 
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18 April 2015

Teoria economica, da zero /12.1

Un giorno, mentre passeggiava lungo la spiaggia, improvvisamente, vide avvicinarsi un'altra persona: Helena. Come reagirà Rich?
 
Una possibilità è che Rich si comporti come fa un orso quando un altro orso invade il suo territorio: potrebbe, cioè, minacciando l'uso della forza, cercare di cacciare via l'intruso. O magari potrebbe trattenersi da un simile comportamento per vincoli morali o per una propensione di benevolenza. Ma c'è un'altra ragione per cui Rich potrebbe non voler cacciare Helena — nella misura in cui ci sono sull'isola sufficienti risorse non utilizzate — ed è che potrebbero trarre un diretto vantaggio entrambi nel caso optassero, invece che per un affronto, per una collaborazione: insieme potrebbero avviare quel processo a guadagno condiviso fatto di divisione del lavoro e libero scambio.
 
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17 April 2015

Teoria economica, da zero /11.2

Chiaramente il valore di un bene capitale è legato alla sua posizione nella struttura capitale: un bene di ordine alto perderebbe il suo valore se tutti i beni di ordine inferiore per la cui produzione può essere usato perdessero il proprio valore. Se Rich non dovesse usare più trappole o barili, e non dovesse trovare altri usi per chiodi e martello, anche chiodi e martello perderebbero il proprio valore, per Rich. Come avevamo già concluso, fondamentalmente tutti i beni capitali hanno valore solo in funzione di produzione di un qualche bene di consumo.
Come vedremo, l'importanza della struttura del capitale aumenta in maniera cruciale con l'aumentare della complessità dell'economia.
 
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16 April 2015

Teoria economica, da zero /11.1

Anche nell'economia semplificata di Rich, i beni capitali hanno una struttura. Avevamo immaginato che avesse costruito un martello, dei chiodi e una sega: chiodi e martello hanno un'ovvia relazione, sono beni complementari, non se ne fa niente di un martello senza chiodi, e viceversa. Abbiamo a che fare quotidianamente con beni che sarebbero privi di alcuna utilità senza altri beni complementari: radioline portatili e pile, un amplificatore e delle casse, una lampada e una lampadina; potremmo chiamarla struttura orizzontale del capitale. La struttura verticale l'abbiamo già vista e consiste in quella gerarchia di beni ordinata sulla base della distanza dai beni di consumo in relazione al loro uso (di secondo ordine quelli usati per produrre beni di consumo, di terzo ordine quelli usati per produrre beni di secondo ordine e così via).
 
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15 April 2015

Teoria economica, da zero /10.6

Di nuovo, le valutazioni di Rich dipendono dalle circostanze: se dovesse imbattersi in una cassa di sardine in scatola e crackers, potrebbe cambiare idea radicalmente. Sempre alla luce della legge di utilità marginale, ogni successiva unità di un bene è considerata per ciascuno di minor valore della precedente. Uno potrebbe pagare 50 dollari per un gatto, ma quando sarà arrivato a 300 gatti pagherà per liberarsene. Perciò, dovesse trovarsi ben rifornito di cibo per l'immediato, Rich potrebbe verosimilmente essere portato maggiormente a ridurre la caccia di topi oggi per costruirsi un bene capitale capace di promettergli maggior disponibilità di cibo in futuro. Il topo in più oggi avrebbe meno valore di prima per lui ora che ha trovato la cassa, dal momento che crackers e sardine soddisfano la stessa necessità che soddisfavano i topi — e pure meglio. Ma attenzione a non considerare queste osservazioni come una qualche legge universale del tipo "i ricchi sono più propensi al risparmio dei poveri": non ci sono leggi universali che possano determinare quanto una particolare persona valuterà beni futuri rispetto a beni presenti.
Notiamo infine che la legge dell'utilità marginale si applica anche al risparmio, esattamente come al consumo: ogni dollaro risparmiato in più avrà meno valore, per il risparmiatore, rispetto al precedente.
 
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14 April 2015

Teoria economica, da zero /10.5

Diciamo che Rich deve sacrificare un topo al giorno per una settimana per trovare il tempo di costruire una trappola. Supponiamo poi che Rich conti che la trappola duri una settimana, durante la quale Rich conta di catturare 14 topi in più di quanto sarebbe in grado senza una trappola. Grossomodo, dunque, possiamo dire che Rich deve sacrificare 7 topi di consumo immediato per averne 14 fra una settimana. Il tasso di rendimento atteso di un simile investimento è dunque del 100% a settimana. Se dunque Rich decide di procedere con la costruzione della trappola, possiamo dire che valuta un topo oggi meno che due topi fra una settimana: un rendimento del 100% a settimana è stato sufficiente a convincerlo a scambiare un consumo presente con uno futuro; se invece decide di non procedere a costruire la trappola possiamo dire che valuta un topo oggi più di un topo fra una settimana: un rendimento del 100% a settimana non è stato sufficiente ad indurlo a scambiare topi oggi per topi domani.
 
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13 April 2015

Teoria economica, da zero /10.4

La misura in cui ciascuno è propenso al risparmio è una misura della sua preferenza temporale, nel senso che è una misura di quanto è disposto a sacrificare una soddisfazione presente rispetto all'analoga futura. Si tratta di nuovo di un fattore soggettivo: il grado di preferenza temporale differirà da persona a persona, e anche per la stessa persona differirà da momento a momento. La propensione al risparmio a trent'anni sarà verosimilmente maggiore che a ottant'anni: a trent'anni uno sarà disposto a rimandare un viaggio per risparmiare per la casa per la sua nuova famiglia, mentre a ottant'anni molto probabilmente penserà che sarà meglio cogliere subito l'opportunità. Ma chiaramente è una questione soggettiva, non c'è una dipendenza specifica dall'età: magari invece a trent'anni uno è più propenso a "cogliere l'attimo" mente a ottant'anni uno è più interessato ad alimentare il fondo d'investimento per i nipoti.
 
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12 April 2015

Teoria economica, da zero /10.3

Il consumo può solo essere presente: è la nostra attuale insoddisfazione che chiede una soluzione, è nel presente che proviamo piacere o dolore; risparmiare in vista di un consumo infinitamente partecipato non è risparmio, è perdita pura. Ma allora perché, ribaltando la questione, se il consumo può essere solo presente, si risparmia comunque? Be', non possiamo consumare nel futuro, ma possiamo figurarcelo nel presente: ci rendiamo conto che in quel futuro potremo avere dei bisogni e vorremo soddisfarli; di più: possiamo immaginare che un certo grado di soddisfazione in un certo giorno futuro può compensare per un certo grado di insoddisfazione oggi. Il punto chiave per comprendere l'esigenza del risparmio è che il prefigurarsi insoddisfazioni nel futuro è esso stesso causa di insoddisfazione presente. Sapere che fra una settimana potrei morire di fame suscita ansia oggi: risparmiare può alleviare quest'ansia. Tuttavia, se corro il rischio di morire di fame oggi, alleviare l'ansia di morire di fame fra una settimana non mi apparirà così urgente come il procurarmi del cibo per adesso: l'ansia di sapere di non aver fatto provviste per la prossima settimana è minima rispetto all'ansia di sapere che potrei morire di fame già stasera. Analogamente, simmetricamente, le prospettive di soddisfazioni future sono esse stesse fonte di soddisfazione presente.
 
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11 April 2015

Teoria economica, da zero /10.2

Immaginiamo, però, che Rich sia in grado di sopravvivere con solo due topi al giorno, pur con qualche disagio. Perché, allora, non sacrificare al risparmio tutto il consumo oltre il livello di sussistenza? Ovunque, ogni giorno, le persone consumano di gran lunga di più di quel che necessitano per sopravvivere: perché i più grandi traders di Wall Street non vivono in una baracca, non mangiano fagioli in scatola e non vanno in stazione con vecchie biciclette? perché le star del cinema continuano a fare shopping freneticamente e vivono in fantastici resort da vacanze? non dovrebbero vivere come poveri per risparmiare ogni singolo centesimo che riescono? La domanda, ovviamente, posta così, suggerisce già la risposta: sarebbe un mondo davvero bizzarro quello in cui la gente lavorasse sodo e risparmiasse per consumi futuri — e tuttavia non si dedicasse mai a quel consumo futuro, perché all'arrivo di quel futuro starebbe risparmiando per consumi in un futuro ancora più remoto.
 
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