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31 July 2015

Teoria economica, da zero /33.6

Il capitalista contribuisce col capitale alla produzione del bene di consumo: senza i beni capitali che mette a disposizione, il lavoratore sarebbe di gran lunga meno produttivo. Un marxista ribatterebbe che è solo attraverso lo sfruttamento che il capitalista possiede il capitale, ma abbiamo visto che si tratta di un'obiezione infondata: il capitale nasce dal risparmio e dagli investimenti. Senza l'impegno di pochi lungimiranti la gran parte dell'umanità starebbe ancora lottando per la sopravvivenza con mezzi rudimentali. Ora, è vero che ci sono molte persone nel mondo che possiedono capitale come risultato di un furto perpetrato in passato, e probabilmente sarebbe ben complicato risalire a ritroso la storia e sanare tutte le ingiustizie, visto che c'è ne sarebbero davvero tante.
Ma il punto qui è rendersi conto che l'origine ultima del capitale è il risparmio; il furto è una violazione, non parte, del processo di mercato, e il capitale non richiede il furto per esistere.
 
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30 July 2015

Teoria economica, da zero /33.5

Se lavoratore e datore di lavoro trovano un accordo, significa che per entrambi quell'accordo è meglio che nessun accordo: il datore di lavoro non ha fatto un favore al lavoratore assumendolo, ma l'ha fatto perché si aspetta di poterci guadagnare. È solo perché si aspetta una differenza positiva fra il ritorno di quell'assunzione e il salario che ha accettato di pagare, che uno è disposto ad assumere qualcun altro. Allo stesso modo, il lavoratore non è sfruttato dal salario che ha accettato — se fosse a conoscenza di migliori opportunità, certamente ne avrebbe approfittato.
 
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29 July 2015

Teoria economica, da zero /33.4

Avvicinandoci mentalmente alla condizione ideale dell'economia in ciclo perenne, l'intervallo si assottiglierà finché la differenza fra quanto il dipendente marginale riceve e quanto il datore di lavoro marginale paga diventa infinitesimale: la competizione per il lavoro tenderà a spostare il livello dei salari verso la produttività marginale del lavoratore: un datore di lavoro cercherà di assumere finché il ritorno che si aspetta di ottenere dall'ultimo assunto (l'unità marginale) non supererà il salario che dovrebbe pagare perché il lavoratore accetti il contratto, o, equivalentemente, finché il ritorno che si aspetta di ricevere dal successivo lavoratore che potrebbe assumere non scenderà al di sotto del salario che avrebbe dovuto pagare. L'offerta di lavoro fra i dipendenti rimescola costantemente la disponibilità di lavoro, allineando lavoro e lavoratori alle stime degli imprenditori sui desideri dei consumatori.
 
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28 July 2015

Teoria economica, da zero /33.3

Il prezzo del lavoro è il risultato dello stesso processo che determina il prezzo di tutti gli altri beni: il compratore (il datore di lavoro) e il venditore (il lavoratore) devono trovare un accordo sul prezzo per il lavoro oggetto dello scambio. Il salario cadrà in un intervallo i cui estremi sono determinati dai giudizi di valore del lavoratore e del datore di lavoro. Ad un estremo dell'intervallo c'è il minimo salario a cui il lavoratore sarebbe disposto a lavorare: ad esempio potrebbe avere un altra offerta di €11.95 l'ora, che significherebbe che l'offerta minima che accetterebbe sarebbe €12.00 l'ora, o magari quell'offerta minima deriva dal fatto che ha altre fonti di sostentamento e per meno di quella paga pensa non valga la pena uscire di casa. All'altro estremo dell'intervallo il datore di lavoro ha una certa quantità di guadagno che si aspetta di ottenere dall'avere un impiegato in più: diciamo €13.00 l'ora. Non sarebbe disposto dunque a offrire più di €12.95 l'ora. Se dunque troveranno un accordo sarà fra €12.00 e €12.95 l'ora.
 
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27 July 2015

Teoria economica, da zero /33.2

Il profitto del lavoratore è detto salario, il quale può assumere una forma esplicitamente retributiva come nel caso di un dipendente con un contratto di €25'000 l'anno, o €12.00 l'ora. Ma il salario può essere anche costituito da un mix di componenti, non sempre facilmente separabili al fine di poterne attribuire la giusta quantità all'effettivo lavoro di una persona. Una simile situazione si presenta tipicamente nel caso di un proprietario di una piccola attività: il suo libro contabile può riportare un profitto complessivo di €40'000 nell'ultimo anno, ma di solito un tale risultato rappresenta un mix di interesse sul capitale investito, di salario per il suo lavoro altrimenti gratuito e di effettivo profitto. Infatti spesso molti prioritari di piccole attività, se mettessero in conto un salario per se stessi come ne potrebbero guadagnare se lavorassero per qualcun altro, troverebbero che la loro attività perde soldi ogni anno e che riescono a non chiudere bottega perché non pagano a se stessi lo stesso salario che potrebbero ricevere lavorando per qualcun altro — ma anche dopo aver realizzato ciò, potrebbe comunque darsi che preferiscano mantenere la propria attività per ragioni non monetarie, ad esempio pecche preferiscono non avere un superiore; ma è chiaramente utile sapere quanto si sta pagando per un tale privilegio.
 
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26 July 2015

Teoria economica, da zero /33.1

# I lavoratori
Chiunque stia impiegando il proprio lavoro per raggiungere i propri obiettivi sta agendo nel ruolo del lavoratore. In questo senso, tutti quanti sono dei lavoratori, a parte soltanto coloro che sono interamente dipendenti da altri, come gli invalidi o i neonati. Come scrisse Hans Sennholz in "The Politics of Unemployment":
Per mantenersi in vita, l'uomo deve lavorare; nessuna capacità, per quanto grande, può condurre al successo senza lavoro; per migliorare la sua condizione, l'uomo deve applicare dell'impegno di una quanlche forma.
 
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