D'accordo, va bene, pretendere di sapere davvero cosa vede un'ape sarà un'impresa impossibile, ma è possibile almeno dare una risposta, anche solo approssimativa, ad una domanda più semplice, che poi era la vera domanda da cui tutto era partito: come si vede con una sensibilità ridotta alla luminosità? Dopo tutte queste letture, possiamo forse dire che basta ruotare la manopola della luminosità di GIMP, come avevamo pensato subito all'inizio?
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Quel che abbiamo capito dell'ape è che non distingue bene, nella sua scena visiva, le gradazioni "fini" di luminosità. Davvero, evidentemente, una foglia verde brillante davanti e più scura dietro, per banali effetti di illumnazione, all'ape sembrerà in qualche modo tutta dello stesso colore. Se proviamo a prendere una foto e giocare di brightness con GIMP, però, non otteniamo questo effetto, vediamo solo l'immagine scurirsi o schiarirsi.
Non ci resta, dunque, che capire su quali caratteristiche dell'immagine agiscono le varie manopole dei filtri ed effetti di GIMP, in modo da trovare quello che meglio può aiutarci a capire cosa si prova ad avere una sensibilità ridotta alla luminosità.
Ancora grazie a google, arrivo qui e, con qualche dettaglio in più, qui. Il succo è che la manopola della luminosità non cambia il modo con cui vengono visualizzate le gradazioni di intensità, si limita semplicemente a traslarle, al massimo "tagliando" i toni più chiari o quelli più scuri che dovessero andare fuori scala. Quello di cui abbiamo bisogno è qualcosa che "livelli" le gradazioni di tono simili, accorpandole fra di loro. E questo, dalle spiegazioni negli ultimi due link, sembra proprio essere quello che fa la manopola del contrasto — mi è venuto il dubbio che un risultato migliore si sarebbe potuto ottenere giocando con la manopola del gamma (in GIMP corrisopnde a levels nel menu colors) che rappresenta una specie di manopola per il contrasto non-lineare; ma di fatto cambiare il gamma ha l'effetto di modificare i rapporti di forza fra le varie gradazioni di intensità senza davvero "livellarle" come invece succede modificando il contrasto; magari davvero, oltre ad un semplice livellamento, la vista delle api ha un diverso rapporto relativo fra le diverse intensità luminose, ma si tratta di finezze che non ho modo di approfondire in questo momento...
Insomma, per chiudere definitivamente questa faccenda — che poi Dario si spazientisce... :) — ecco qui in fondo come, credo, dovrebbe apparire l'immagine in cima, se avessimo una sensibilità ridotta alla luminosità (potete cliccare su entrambe, per vederle più in grande).
Ripeto ancora una volta che in questo esperimento non ho in alcun modo preso in considerazione l'aspetto cromatico, per cui l'immagine trasformata resta molto diversa dall'effettiva sensazione visiva di un'ape. Anche la risoluzione, nel caso di un'ape, è ridotta rispetto a quella umana: avrei potuto sgranare un po' l'immagine, per rendere l'idea, ma, di nuovo, avrei dovuto cercare il rapporto fra risoluzione e ampiezza del campo visivo in un'ape... e allora ci avrei messo una vita a concludere questo ciclo di post sulla vista delle api. Ma infine, a parte tutto questo, dal solo punto di vista della luminosità, la differenza delle due immagini dovrebbe almeno un po' rendere l'idea.