In questa prospettiva di lungo periodo, quindi, potremmo dire che aveva dunque ragione Marshall, dopotutto: non è forse vero che i "costi oggettivi" alla fine contribuiscono a determinare i prezzi? Ma il punto di vista di Menger, più profondo, è che i costi di produzione di un bene sono semplicemente quanto il produttore giudica che sia la domanda per usi alternativi dei i fattori necessari alla produzione del bene in questione. Il costo per me del tempo dell'amanuense viene dalla domanda degli altri per un uso alternativo di quel tempo. E poiché la domanda è soggettiva, i costi non possono essere oggettivi. Entrambe le lame delle forbici di Marshall sono affilate da giudizi soggettivi.
L'insight di Menger è pertinente in alcuni dibattiti politici, in cui ci sono critici di una certa industria che lamentano i suoi pezzi come "troppo alti" e non giustificati dai costi. Che ne siano consapevoli o meno, tali critiche stanno facendo uso della nozione Marshalliana di costi oggettivi per difendere la propria tesi: ma il fatto che i costi sono soggettivi smonta alla radice tali argomenti.
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