26 April 2012

Serendipity

Ascoltare Radio Swiss Jazz e capitare su un pezzo di Nat King Cole.
Cercare Nat King Cole su youtube e capitare sulla cover di Nature Boy targata Pomplamoose.
Scoprire e apprezzare essenzialmente tutte le cover firmate Pomplamoose (che vorrebbe dire pompelmo, se fosse pronunciato così, scritto in inglese, ma in francese) e dintorni.
Cercare su youtube Tom Waits e trovare la cover della sua Green Grass, di Agathe & Fine (e scoprire l'ukulele...).
Cominciare ad apprezzare, pian piano, Tom Waits, anche l'originale, grazie a tutta una serie di cover fra cui Tango Till They're Sore (WaitsWatcher & VamosBabe, St. Vincent), Dead and Lovely (Lady Sings It Better, WaitsWatcher & VamosBabe), Temptation (Babba's Jazz Club, WaitsWatcher & VamosBabe), Get Behind the Mule (Hope Waits, ma no, non è la figlia di Tom Waits, anche se, dice, le sarebbe piaciuto) e New Coat of Paint (WaitsWatcher & VamosBabe), tanto per citarne alcune.
 
 
PS
Con la musica è difficile fare un post. Volevo dilungarmi a spiegare come il mio rapporto con Tom Waits, cominciato male anni addietro quando ero partito direttamente da lui medesimo, sia inaspettatamente cambiato (pian piano, occupando i capillari molto lento) passando attraverso alcune cover (la maggior parte citate qui sopra...). Mi sarei dilungato sulla struttura musicale apparentemente nascosta, nelle versioni originali, dal timbro della sua voce, dalla sua interpretazione e dall'arrangiamento spesso scarno; struttura che invece emerge più chiara e comprensibile (e apprezzabile) in alcune cover particolarmente felici e ben riuscite sia nell'arrangiamento che nell'interpretazione. Avrei ipotizzato che il mio orecchio inesperto aveva avuto bisogno di un'introduzione "catchy", per poter poi tornare ad apprezzare l'originale. Avrei però sollevato alcuni dubbi sull'ipotesi catchy, azzardando un parallelo con il confronto fra il De André puro, e quello "drogato" dalla PFM (avreste usato davvero l'espressione "catchy" per descrivere la trasformazione di De André nel concerto del '79? E del resto riuscireste a dire, per De André, che sono oggettivamente migliori le versioni originali rispetto a quelle progressive? o viceversa?).
Dite che il paragone con De André é eccessivo? É eccessivo quello con la PFM? Entrambi?
Avrei potuto, dicevo, dilungarmi in un post articolato e cerebrale, financo tecnico (di quella tecnicità improvvisata e millantata di chi ha imparato qualche termine musicale e crede, con quelli, di capire la musica). Avrei potuto, ma poi la musica ha quel qualcosa di fisico che difficilmente riesci a cambiare con la teoria, con la testa, con le parole: se certa musica non ti piace, é difficile appassionartici, soprattutto per iscritto.
 
E così, alla fine, conviene non dilungarsi, limitarsi ad una breve segnalazione à la buraku: tanto chi ha modo di apprezzare, apprezza ugualmente (Yoshi, io ad esempio ho apprezzato!).

11 comments:

Franco said...

molto contento che Tom Waits ti abbia preso! unica cosa, in realta' in questo caso le cover che metti son molto piu' scarne e gli originali molto piu' musicalmente "drogati" -sono gonfi di musica, e ognuno ricercato a modo suo, che e' la cosa che ha folgorato me fin dall'inizio, ma che magari rende piu' difficile capire l'idea che ci sta sotto come dici tu (non parlo della voce, quella e' un'altra storia)

g. said...

La mia cover preferita è bruttissima, ma rimane la preferita. Ha poi motivato una cortese risposta. Che loro bevono e non mandando bigliettini di ringraziamento, ma rumore.

hronir said...

Ah, i Ramones... mi fai venire in mente che esiste anche una versione in italiano, Non voglio crescere più, di Ruggeri... che però mi sa appunto che abbia copiato i Ramones, e non Tom Waits...

hronir said...

Franco, Franco...
Secondo me abbiamo in mente canzoni diverse e/o intendiamo concetti diversi di "droga" musicale.
Prendiamo proprio la Diamonds & Gold: versione My Terrible Friend e versione Tom Waits: quest'ultima non ha praticamente accordi di sottofondo, l'accompagnamento percussionistico è dominante... la struttura armonica è completamente sottintesa e semplicemente "allusa" dalle linee melodiche delle due voci (di Tom Waits e dello strumento), che si "limitano" a dialogare contrappuntisticamente "ai piani alti", senza che si senta nemmeno una linea di basso su cui appoggiarsi.

Intendiamoci, ora che "conosco" e dunque "riconosco" (e, di più, non riesco più a "non riconoscere") la struttura armonica del pezzo, l'arrangiamento originale mi piace moltissimo, è evidentemente la ricercatezza di cui parli tu.
Non voglio dire che una versione armonicamente più esplicita sia necessaria a tutti per apprezzare Waits, e nemmeno che fosse necessaria per me: probabilmente se non avessi incontrato Waits per caso e avessi avuto qualche ragione in più per ritornare sui suoi pezzi, non l'avrei abbandonato dopo qualche breve e parziale ascolto.
Ma non voglio nemmeno dire che le cover che ho citato siano semplicemente versioni "didattiche" e semplificate: mettono in evidenza la struttura armonica del pezzo, ma con un loro stile.

Franco said...

Va be' senti, se non ti va bene, come preferisci.
Si', i concetti saran diversi: il contrappunto -a tre poi, chitarra, lui e basso- e le percussioni, e i timbri di tutte queste cose insieme (scarno?! ma cazzo lo sai meglio di me che se ti affidi al contrappunto non sei piu' "scarno" o meno "drogato"), e dall'altro lato una che cantilena e da bravina fa tutti gli accordi sulla chitarra (una grande, avra' studiato in chiesa coi ciellini). Alla fine viva i Ramones, che lo sapevan benissimo -che facevan solo gli accordi-base sulla chitarra- e se ne gloriavano.

Franco said...

ok scusa questo e' il calumet della pace
http://www.youtube.com/watch?v=rDGhJtEsmj8

hronir said...

Continuo a pensare che ci stiamo solo fraintendendo.
A parte il fatto che io la linea di basso faccio fatica a sentirla nella Diamonds di Waits, io mi riferivo ad una droga "armonica", "sonora", non di stile. Per questo mi era venuto in mente il paragone con la "droga" dei PFM di De André. Continuo a pensare che il percorso armonico del pezzo (il cambio di tonalità, le tensioni e le risoluzioni) siano "nascoste" nell'arrangiamento di Waits, che ne fa, intendiamoci, un arrangiamento fantastico. Solo, forse al primo ascolto era stato un po' difficile per me.
Ma forse ancora la tua reazione era solo dovuta al fatto che la Dawn ti ricorda una tua amica ciellina... :-) — a me il loro arrangiamento continua a non sembrare così male.

Quanto a Swordfishtrombones, caschi male: nel senso che se mi fossi avvicinato a Waits con quella canzone — non la conoscevo, conosco ancora poco Waits, segnala pure altre cose, non esitare! — sarebbe stato un colpo di fulmine (arrangiamento, genere, tutto).

Franco said...

Magari avessi avuto delle amiche cielline, avrebbero dato piu' pepe alla mai vita... Provo a mandarti qualcos'altro anche se credo d'essere partito proprio dal massimo forse ineguagliabile ecc. ecc.

Franco said...

Provo: sarebbe strano se tu non la conoscessi gia' (da' il titolo all'album), Rain Dogs
Stesso album, una delle mie canzoni preferite e' Jockey Full of Bourbon

Come dicevo, niente di sconvolgente come Swordfishtrombones qui: c'e' sempre la stessa chitarra (forse e' per quello che mi piacciono).
(momento: sicuramente conoscerai Underground, sappimi dire se rappresenta un po' "il Tom Waits che non ti cattura")

La straziante Yesterday is here di cui se desideri esiste una cover (che a me non piace) nientemeno che di Scarlett Johansson

Qui un po' di chiasso (meno bella di tante altre, piu' facile, per me assai piacevole da ascoltare)

hronir said...

Grazie!
No, non conoscevo Rain DogsUndergroundYesterday is here: non male (in ordine inverso di apprezzamento)... anche al primo ascolto :-)
Anche se non conoscevo la cover della Johansson che citi, mi era già capitato di ascoltare una sua cover di Waits, Green Grass.
Jockey invece la conoscevo, eccome: è anche una delle mie preferite, assieme a Diamonds e, dopo il tuo commento, a Swordfish. Ma, a differenza di Diamonds, se può consolarti, Jockey l'avevo scoperta e apprezzata senza passare per alcuna sua cover...
Lo stile di Jockey e di Swordfish mi trascina al primo ascolto (mi ricordano alcuni pezzi di Capossela, che lo so, lo so, non arrabbiarti, è lui che prende a piene mani da Waits... solo che nella mia vita mi è capitato di passare prima da Capossela... che poi Capossela è il motivo per cui avevo cercato per la prima volta tempo addietro di avvicinarmi a Waits...)

Big in Japan invece non è molto il mio stile: a riascoltarla poi non mi dispiace nemmeno molto, ma resta il fatto che non è molto il mio stile. Ma chissà, magari trovo una cover che me la rivolta come un calzino (l'ho cercata, un po', ma non ne ho trovate)...

Se hai altro da sottoporre, non esitare!

Franco said...

Si' si' Vinicio lo so...(ti piace Singapore? fa molto Vinicio per me).
E I'll be gone?