14 April 2015

Teoria economica, da zero /10.5

Diciamo che Rich deve sacrificare un topo al giorno per una settimana per trovare il tempo di costruire una trappola. Supponiamo poi che Rich conti che la trappola duri una settimana, durante la quale Rich conta di catturare 14 topi in più di quanto sarebbe in grado senza una trappola. Grossomodo, dunque, possiamo dire che Rich deve sacrificare 7 topi di consumo immediato per averne 14 fra una settimana. Il tasso di rendimento atteso di un simile investimento è dunque del 100% a settimana. Se dunque Rich decide di procedere con la costruzione della trappola, possiamo dire che valuta un topo oggi meno che due topi fra una settimana: un rendimento del 100% a settimana è stato sufficiente a convincerlo a scambiare un consumo presente con uno futuro; se invece decide di non procedere a costruire la trappola possiamo dire che valuta un topo oggi più di un topo fra una settimana: un rendimento del 100% a settimana non è stato sufficiente ad indurlo a scambiare topi oggi per topi domani.
 
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13 April 2015

Teoria economica, da zero /10.4

La misura in cui ciascuno è propenso al risparmio è una misura della sua preferenza temporale, nel senso che è una misura di quanto è disposto a sacrificare una soddisfazione presente rispetto all'analoga futura. Si tratta di nuovo di un fattore soggettivo: il grado di preferenza temporale differirà da persona a persona, e anche per la stessa persona differirà da momento a momento. La propensione al risparmio a trent'anni sarà verosimilmente maggiore che a ottant'anni: a trent'anni uno sarà disposto a rimandare un viaggio per risparmiare per la casa per la sua nuova famiglia, mentre a ottant'anni molto probabilmente penserà che sarà meglio cogliere subito l'opportunità. Ma chiaramente è una questione soggettiva, non c'è una dipendenza specifica dall'età: magari invece a trent'anni uno è più propenso a "cogliere l'attimo" mente a ottant'anni uno è più interessato ad alimentare il fondo d'investimento per i nipoti.
 
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12 April 2015

Teoria economica, da zero /10.3

Il consumo può solo essere presente: è la nostra attuale insoddisfazione che chiede una soluzione, è nel presente che proviamo piacere o dolore; risparmiare in vista di un consumo infinitamente partecipato non è risparmio, è perdita pura. Ma allora perché, ribaltando la questione, se il consumo può essere solo presente, si risparmia comunque? Be', non possiamo consumare nel futuro, ma possiamo figurarcelo nel presente: ci rendiamo conto che in quel futuro potremo avere dei bisogni e vorremo soddisfarli; di più: possiamo immaginare che un certo grado di soddisfazione in un certo giorno futuro può compensare per un certo grado di insoddisfazione oggi. Il punto chiave per comprendere l'esigenza del risparmio è che il prefigurarsi insoddisfazioni nel futuro è esso stesso causa di insoddisfazione presente. Sapere che fra una settimana potrei morire di fame suscita ansia oggi: risparmiare può alleviare quest'ansia. Tuttavia, se corro il rischio di morire di fame oggi, alleviare l'ansia di morire di fame fra una settimana non mi apparirà così urgente come il procurarmi del cibo per adesso: l'ansia di sapere di non aver fatto provviste per la prossima settimana è minima rispetto all'ansia di sapere che potrei morire di fame già stasera. Analogamente, simmetricamente, le prospettive di soddisfazioni future sono esse stesse fonte di soddisfazione presente.
 
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11 April 2015

Teoria economica, da zero /10.2

Immaginiamo, però, che Rich sia in grado di sopravvivere con solo due topi al giorno, pur con qualche disagio. Perché, allora, non sacrificare al risparmio tutto il consumo oltre il livello di sussistenza? Ovunque, ogni giorno, le persone consumano di gran lunga di più di quel che necessitano per sopravvivere: perché i più grandi traders di Wall Street non vivono in una baracca, non mangiano fagioli in scatola e non vanno in stazione con vecchie biciclette? perché le star del cinema continuano a fare shopping freneticamente e vivono in fantastici resort da vacanze? non dovrebbero vivere come poveri per risparmiare ogni singolo centesimo che riescono? La domanda, ovviamente, posta così, suggerisce già la risposta: sarebbe un mondo davvero bizzarro quello in cui la gente lavorasse sodo e risparmiasse per consumi futuri — e tuttavia non si dedicasse mai a quel consumo futuro, perché all'arrivo di quel futuro starebbe risparmiando per consumi in un futuro ancora più remoto.
 
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10 April 2015

Teoria economica, da zero /10.1

Ora, immaginiamo che Rich riesca a catturare quattro topi al giorno senza usare trappole, mentre con le trappole conti di riuscire a catturarne otto, al giorno. Visto l'aumento di produttività notevole, uno potrebbe chiedersi perché Rich non dedichi il 100% del suo tempo di lavoro alla costruzione di trappole. Be', chiaramente morirebbe di fame: qualsiasi programma di risparmio per consumi futuri che implichi una riduzione dei consumi correnti al di sotto del livello di sussistenza non avrebbe senso (a meno che non si risparmi solamente per i propri eredi...).
 
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09 April 2015

Teoria economica, da zero /9.7

Questa dipendenza può essere messa in evidenza considerando quel che succederebbe al cambiare del valore per Rich di un bene di consumo: magari scopre che i topi sull'isola sono malati e che mangiarli non è sicuro; i topi perderanno dunque valore per lui e, a meno di eventuali utilizzi diversi per le trappole, anch'esse perderanno valore per Rich. Non sarà più disposto a dedicare tempo, a scapito di qualsiasi altra cosa, per fabbricarne di nuove, né si curerà più di quel che accadrà a quelle che aveva già costruito (naturalmente, se ha modo di usare diversamente le trappole, ad esempio come materiale da ardere, esse manterranno un certo valore).
 
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08 April 2015

Teoria economica, da zero /9.6

Nel suo darsi da fare per costruire trappole e barili, Rich può rendersi conto che un martello, una sega e dei chiodi sarebbero utili: decide di costruirseli. Nel farlo, Rich lavorerà a beni a due ordini di distanza da quelli di consumo: darà valore a martello, sega e chiodi per la loro utilità nel costruire trappole e barili, che a loro volta hanno valore per Rich per la loro utilità legata ad acqua e cibo. Tutti i beni di ordine più elevato derivano il proprio valore dai beni di ordine immediatamente inferiore alla cui produzione contribuiscono. Da ultimo, ogni bene capitale ha valore solo perché, ad un qualche livello, concorre alla produzione di uno o più beni di consumo.
 
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07 April 2015

Teoria economica, da zero /9.5

In realtà, poi, il valore di questi beni capitali è legato all'idea che Rich si fa sulla possibilità di usarli per soddisfare bisogni futuri, incerti. Anche immaginando di avere un "metro della soddisfazione" da applicare a Rich per misurare quanto "intensi" sono certi suoi bisogni, non risolveremmo la questione che Rich deve affrontare al momento della scelta: quanta soddisfazione porterà la sua scelta al "futuro Rich", i cui gusti non sono noti al "Rich presente" e che vivrà in un mondo che, per il Rich presente, è pieno di incertezze?
 
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06 April 2015

Teoria economica, da zero /9.4

I beni di ordine più elevato che Rich accumula col risparmio vanno a comporre la sua riserva di capitale. A un certo punto, diciamo, Rich si ritrova con cinque trappole e due barili: non c'è modo, in questa situazione, di quantificare il totale dei beni capitali se non attraverso un elenco degli oggetti di cui è composto. Non possiamo sommare trappole a barili: il valore che Rich assegna loro è soggettivo, non abbiamo alcun metro, alcuna scala od orologio con cui misurare la quantità di utilità.
 
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05 April 2015

Teoria economica, da zero /9.3

L'economista austriaco Ludwig Lachmann, in Capital and Its Structure, scrive:
Il concetto generale di capitale [...] non ha una controparte quantificabile fra gli oggetti concerti: esso riflette l'aspetto imprenditoriale dell'oggetto. Barili di birra, altiforni, installazioni portuali, arredamenti per camere di hotel sono beni capitali non in virtù di una qualche loro caratteristica fisica, ma per la loro funzione economica.
Nell'istante in cui Rich decide di dedicarsi alla produzione di beni di ordine superiore, sta cominciando a risparmiare. Il risparmio può essere definito come la decisione di agire col fine di soddisfare un bisogno futuro, a dispetto della possibilità di soddisfare un bisogno immediato.
 
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04 April 2015

Teoria economica, da zero /9.2

Carl Menger chiamò beni del primo ordine quei beni, come acqua o cibo, che servono per soddisfare bisogni primari; sono detti anche beni di consumo. I beni il cui valore deriva dal loro uso per la produzione di beni del primo ordine, come trappole e barili, sono detti beni del secondo ordine, beni di produzione o beni capitali. Chiaramente la distinzione non riguarda i beni in sé, ma il ruolo che essi occupano nei pensieri e nei piani degli uomini. Se colleziono barili come oggetti d'arte, essi sono, per me, beni di consumo; se ho un negozio di alimentari, allora gli alimenti che ho in magazzino sono, per me, beni di produzione.
 
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03 April 2015

Teoria economica, da zero /9.1

Il valore dei beni considerati finora — cibo, acqua, riparo, riposo — scaturisce direttamente dalla loro capacità di soddisfare immediatamente dei bisogni primari: Rich dà valore al cibo perché dà valore alla vita, e il cibo serve direttamente a soddisfare il bisogno di sopravvivenza. (Notate bene che l'economia non pretende di affermare che Rich *dovrebbe* dare alla sua sopravvivenza più valore che a qualsiasi altra cosa, o che tutti fanno così; l'economia si occupa delle *conseguenze* del fatto che diamo valore alle cose, effettuando scelte.)
Ebbene, il valore di beni come trappole e barili deriva dalla loro capacità di *produrre* beni di prima necessità. Rich dà valore alla tappola perché dà valore ai topi, e dà valore al barile perché dà valore all'acqua per cucinare.
 
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02 April 2015

Teoria economica, da zero /8.3

Mettiamo che Rich decida di costruire trappole rubando tempo al riposo; ogni trappola richiede un'ora per essere costruita. Nel momento in cui il valore per Rich della trappola successiva — il valore marginale di una trappola in più — scenderà al di sotto del valore di un'ora di riposo — il valore marginale di un'ora di riposo in più — Rich smetterà di lavorare.
Ma da dove viene il valore per beni come trappole e barili? Rich non mangia trappole e non veste barili; e tuttavia non c'è dubbio che abbiano valore, per Rich, perché ha deciso di sacrificare altre cose di valore per ottenerle.
 
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01 April 2015

Teoria economica, da zero /8.2

Ormai lo sappiamo: per farlo Rich deve sacrificare qualcos'altro; poiché il suo tempo non è illimitato, la costruzione di quelle cose ha un costo: il valore che Rich attribuisce alle cose che avrebbe potuto fare invece di costruire trappole e barili. Questo è vero anche se Rich sacrifica ad essi il tempo che avrebbe speso riposandosi: in termini di utilità marginale sappiamo che, quale che sia l'attività che Rich sacrificherà per costruire trappole e barili, sarà quell'attività la cui unità successiva avrà minor valore, per lui. E sacrificherà unità di quell'attività nella misura in cui il valore di ulteriori trappole o barili sarà più grande, per lui, di quel che per essi sta sacrificando.
 
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