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24 September 2016

Sinnerman, Obama e Pierre Menard

 
È da circa una settimana, ormai, che noto un boom di accessi al mio blog (e quando parlo di boom intendo qualcosa come tre o quattro visitatori al giorno, tutti i giorni!).
L'approdo è un vecchio post di quasi 8 anni fa su una canzone di Nina Simone, Sinnerman; dev'essere successo qualcosa a riguardo, tipo una cover di un cantante famoso o un film che l'ha usata nella sua colonna sonora, ma la mia bolla di internet (e del mondo reale) mi ha tenuto all'oscuro della cosa. E verosimilmente, proprio perché non ha penetrato la mia bolla virtuale/reale, non dev'essere niente di importante — per me.
 
La probabilità che mi vergogni di un vecchio post, proprio in quanto vecchio, è molto alta; soprattutto dopo la mia svolta libertaria. Ora, in questo caso non parlerei proprio di vergogna, nonostante il carattere molto intimo di quel post; e sì, forse il motivo di rincrescimento si può far risalire proprio alla svolta libertaria. E insomma, in effetti c'è qualcosa che, a riscriverlo oggi, non avrei inserito, o avrei inserito in modo diverso: il finale. O almeno gli avrei dato un seguito, perché in effetti il punto è proprio che da allora ad oggi c'è stato, un seguito. Il punto è proprio che quando scrissi quel post Barak Obama si era appena insediato alla Casa Bianca, con tutto il carico di attese di quel Yes We Can, mentre oggi è agli sgoccioli del suo secondo ed ultimo mandato, con un bilancio complessivo lontano anni luce dalle aspettative di 8 anni fa.
 
E allora forse il finale sarebbe stato lo stesso, verbalmente, come il Chisciotte di Pierre Menard e quello di Cervantes: identico ma di significato completamente diverso.
Dopo l'oppressione, la schiavitù, l'ingiustizia, il dolore e i campi di cotone, l'elenco sarebbe proseguito comunque con la Casa Bianca.
Ma quale ambiguità, a riscriverlo oggi.
 

25 April 2009

Sinnerman

Era da tanto che non ascoltavo questa canzone.
Ho scoperto — o forse, non saprei dire, mi sono ricordato — che mi fa piangere.
Davvero, non sto scherzando: appena Nina Simone attacca su quel ritmo martellante, che non smetterà un attimo di picchiare forte, dall'inizio alla fine, per dieci interminabili minuti, in una fuga disperata, una specie di ballo di san vito maledetto, senza la pazzia di una mente obnubilata ma con una follia lucida, una disperazione che vede, sente e capisce tutto; nonappena, dicevo, la sua voce di tenebra attacca, gli occhi mi si allagano e devo raccogliere tutte le mie forze per trattenere le lacrime.
E' incredibile: se leggo queste righe che ho appena scritto, mi vien da ridere (e da vergognarmi), ma se rifaccio partire Sinnerman, sono pronto a sottoscriverle parola per parola.
Non so cosa sia, precisamente.
So solo che, anche a ri-ascoltarla otto volte di fila (e non è un'esagerazione, l'ho fatto davvero), ogni volta, mi fa piangere.
Forse è il testo: delirante, assurdo, senza un inizio e senza una fine, angosciante, ansimante, rotto. Dannato.
O magari invece è una di quelle cose di cui parla Aubrey McFato: forse è semplicemente la musica che ti prende direttamente lì, allo stomaco, senza passare dal cervello: quella voce scura, nera, e i suoi armonici; quel pianoforte ipnotico, quel silenzio senza fiato, incalzante di battito di mani, quelle urla finali. Forse è perchè muove direttamente le corde che ci portiamo dentro dall'alba dei tempi, scritte direttamente nel sangue.
O forse ancora è la storia che si nasconde dietro questa canzone della tradizione spiritual americana. La storia del suo popolo, la sua oppressione, la schiavitù, l'ingiustizia, il dolore. I campi di cotone e, ora, la Casa Bianca.
   —   ∴   —   

  Oh sinnerman, where you gonna run to
  Sinnerman, where you gonna run to
  Where you gunna run to
  All on that day

  Well, I run to the rock
  Please hide me, I run to the rock
  Please hide me, I run to the rock
  Please hide me, lord
  All on that day

  Well, the rock cried out
  I can't hide you, the rock cried out
  I can't hide you, the rock cried out
  I ain't gonna hide you, god
  All on that day

  I said rock, what's a matter with you rock
  Don't you see I need you rock
  Don't let down
  All on that day

  So I run to the river
  It was bleedin', I run to the sea
  It was bleedin', I run to the sea
  It was bleedin'
  All on that day

  So I run to the river
  It was boilin', I run to the sea
  It was boilin', I run to the sea
  It was boilin'
  All on that day

  So I run to the lord
  Please help me, lord
  Dont you see me prayin'
  Dont you see me down here prayin'

  But the lord said
  Go to the devil, the lord said
  Go to the devil
  He said go to the devil
  All on that day

  So I ran to the devil
  He was waiting
  I ran to the devil, he was waiting
  I ran to the devil, he was waiting
  All on that day

  I cried, power
  Power (x7)
  Bring down (x5)
  Power (x14)

  Oh yeah

  Oh, I run to the river
  It was boilin', I run to the sea
  It was boilin', I run to the sea
  It was boilin'
  All on that day

  So I ran to the lord
  I said, lord hide me
  Please hide me
  Please help me
  All on that day

  He said, god, where were you
  When you are old and prayin'

  Lord, lord, hear me prayin'
  Lord, lord, hear me prayin'
  Lord, lord, hear me prayin'
  All on that day

  Sinnerman, you oughta be prayin'
  Oughta be prayin', sinnerman
  Oughta be prayin'
  All on that day

  I cried, power
  Power (x12)
  All down (x2)
  Bring it down
  Power (x4)

  Oh power,
  Power, lord
  Don't you know that I need you, lord
  Don't you know that I need you
  Don't you know that I need you

  Oh lord, please
  Oh lord
  Oh lord
 
thanks to dag wieers