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29 June 2013

Mappa stellare

C'è qualcuno che sta già mettendo insieme una mappa delle stelle che si muovono nei frame? Potrei farlo io, ma sono troppo pigro *g*. Con quella, la posizione relativa del sole rispetto alle stelle dovrebbe essere sufficiente a determinare il giorno dell'anno (a seconda dell'accuratezza dei disegni) e probabilmente, se il primo punto brillante è davvero Venere, potremmo addirittura capire se la storia è accaduta/accade quest'anno. Forse appariranno (o non appariranno) altri oggetti astronomici e potrebbero aiutare a restringere il momento. --92.76.250.121 00:18, 28 June 2013 (UTC)
Dalla posizione del sole, Venere è proprio nella, o vicino alla, sua elongazione massima ad est del sole. Assumento che le costellazioni che si vedono siano il Sagittario e dintorni (e che le nuove stelle che entreranno in scena confermino la corrispondenza), il sole è circa nella Vergine. Dall'angolo dell'eclittica, si trovano a 30 gradi nord, e dunque dovrebbe essere circa l'inizio di novembre, dal momento che è quello il momento in cui la Vergine tramonta col sole a 30N. Dunque potrebbe essere un anno in cui Venere raggiunge la massima elongazione verso la fine di ottbre o inizio novembre. Che accade quest'anno, ma non può essere quest'anno perché la luna non è corretta — ci dovrebbe essere una luna crescente vicino a Veere. Dovrebbe esserci una luna nuova, o calante, e questo ci porta a dopo il 2037. Ovviamente ci sono molte assunzioni e valutazioni in questo calcolo. Tavella (talk) 02:29, 28 June 2013 (UTC)
Di fatto, per la luna potrebbe anche essere il 2029, ma c'è un altro fattore contro: Marte dovrebbe essere vicino a Venere nel 2037. E per almeno un paio di successivi cicli di otto anni*, una qualche combinazione di Mercurio, Luna e Saturno dovrebbe palesarsi tra Venere e il Sole. Dunque sembra che il 2053 sia la prima data compatibile. E la data successiva a quella, il 2085 — ogni anno si precede un po', perciò nel 2085 sarebbe già il 12 novembre. Un po' tardi per l'uva e per fare escursionismo senza alcun pensiero di un rifugio, ma se sono a 30N probabilmente è una zona calda. Tavella (talk) 02:59, 28 June 2013 (UTC)
Andando all'indietro, la prima data senza pianeti è il 1981, ma ci sarebbe una luna praticamente piena, e la scena non sembra illuminata da una luna piena. La data più recente senza pianeti e senza luna ad interferire sarebbe il 1949. Ma è una mia stima puramente amatoriale fatta usando la versione online di AstroViewer**. Tavella (talk) 02:59, 28 June 2013 (UTC)
Ho girovagato per il forum, concordano con la nostra conclusione sul Sagittario, e uno di loro fa un'osservazione interessante: Antares non c'è. Dovrebbe essere la cosa più brillante in questa scena dopo Venere, e si possono vedere le due stelle che dovrebbero affiancarla qui [[21]], tra la testa di Cueball e l'albero, ma manca Antares. Il che suggerisce si sia abbastanza lontani nel futuro da permettere ad Antares di essere esplosa come supernova (e deve farlo). Tavella (talk) 06:27, 28 June 2013 (UTC)
Ancora più sintomatico di un lontano futuro: alcune stelle nello Scorpione sembrano si siano mosse. Se su Hipparchos [[22]] si imposta RA a 260.4, la Dec a -42, e V(lim) a 4.4 si possono vedere le stelle della testa e di parte del corpo dello scorpione. Se si avanza per diverse migliaia di anni, si nota che le stelle con maggior velocità combaciano con la distorsione presente nel cielo di XKCD. Tavella (talk) 08:05, 28 June 2013 (UTC)
Un'ultima cosa (per ora): l'angolo del sole e dei pianeti sono quello che dovrebbero essere per circa 30-33 gradi N, ma per avere le costellazioni inclinate in quel modo, si dovrebbe essere a 12 gradi nord. Potrebbe trattarsi di precessione, il che spiegherebbe l'uva con quelle che oggi sono le stelle di inizio novembre — la precessione dell'equinozio invernale porterebbe il sole nella Vergine/Bilancia in estate, invece che in autunno. 15000 anni lo porterebbero nella Bilancia in giugno, per esempio. Tavella (talk) 16:27, 28 June 2013 (UTC)
 
Mia libera traduzione da explainxkcd Talk:1190: Time,
le note con asterischi le ho aggiunte io.

15 December 2012

E perché allora il cielo non è viola?

Ah! Io, io, io! Questa la so!
La risposta è: perché non esistono frequenze viola!
 
Per amor di precisione provo a ripescare le fonti che avevo letto ormai molto tempo fa, ai tempi delle api e di compiz, ma mi ritrovo, di nuovo, naufrago tra altre pagine di wikipedia che non conoscevo... e 'l naufragar m'è dolce!
 
Innanzitutto trovo conferma, credo, che lo spettro visibile va dal rosso al blu senza passare dal viola (su internet troverete un sacco di gradienti cromatici in cui compare il viola al di là del il blu, ma photoshop non è una fonte affidabile: se si cercano foto, e non immagini sintetiche, il viola non si vede — cfr. ad esempio , qui, qui o qui).
 
Però, vabbé, il termine violetto è ambiguo, e alcuni, in taluni contesti, io credo, intendono con esso riferirsi ad una specie di indaco, a quel profondo blu che starebbe ancora più in là del blu dello spettro. Perché non è che io sia proprio convinto che davvero, al limite del visibile, al blu si aggiunga una qualche pur debole tonalità di rosso: però non riesco a trovare in rete riferimenti autorevoli né in un senso, né nell'altro. Il dubbio, chiaramente, è che magari, chissà, la curva di sensibilità del cono "L", quello col picco di sensibilità più spostato verso le lunghezze d'onda più lunghe (rosse), abbia una qualche pur piccola gobbetta dalle parti delle onde più corte (blu) dove ha il suo picco di sensibilità il cono "S", in modo da dare, appunto, un tocco di rosso al blu più profondo. Non sono l'unico ad aver avanzato questa "spiegazione" del violetto spettrale oltre il blu: vedi ad esempio questa discussione su wikipedia, e in effetti si trovano in rete delle curve di sensibilità dei tre coni delle più varie (cfr. ad esempio quella della discussione citata prima; quest'altra, sempre da wikipedia, in cui c'è anche la sensibilità dei bastoncelli; questa, che invece di normalizzare sul picco, normalizza sull'area; quest'altra ancora, che sembrerebbe non-normalizzata; quest'altra ancora, anch'essa non-normalizzata e con in più addirittura una scala sull'asse delle ordinate, anche se manca l'unità di misura, e chissà se è lineare o logaritmica; questa, che in tutta la sua bruttezza mette bene in evidenza l'ipotetico sotto-picco del cono "L" nelle frequenze alte... e insomma, ce n'è per tutti i gusti). Però, dicevo, dalle foto "reali" dello spettro cromatico si potrebbe ben dedurre che di rosso non ce ne sia, su quel lato dell'arcobaleno.
 
Del resto io l'avevo ben imparato, ai tempi delle api e di compiz: il viola giace sul lato dritto del diagramma di cromaticità, quello a cui non corrisponde alcuna luce monocromatica: quei colori, cioè, che anche nella loro versione saturata (sulla linea, appunto, e non all'interno del diagramma), corrispondono necessariamente ad una sovrapposizione di frequenze blu e rosse.
Del resto io le avevo ben colte, ai tempi delle api e di compiz, le basi della visione dei colori: i tre tipi di coni — rosso, verde e blu — come tre dimensioni dello spazio di cromaticità, e ogni sfumatura di colore come un punto in quello spazio, individuato da(l logaritmo de)ll'intensità di eccitazione di ciascun tipo di coni. Perfetta corrispondenza con la rappresentazione cromatica nei monitor — dai vecchi tubi a raggi catodici, ai pannelli a cristalli liquidi, al plasma, o a LED — e di conseguenza nelle varie codifiche digitali, RGB per tutte.
Ecco, teoria tricromatica si chiama, e fu elaborata, leggo su wikipedia, nella prima metà del IX secolo da questi Thomas Young e Hermann von Helmholtz.
 
Se non fosse che ora, sempre su wikipedia, ho scoperto che si tratta solo della prima parte della storia, perché nella seconda metà di quello stesso secolo Ewald Hering elaborava la sua teoria dei colori complementari che, sebbene concepita come ipotesi alternativa alla teoria tricromatica, oggi trova fondamento nella moderna neurofisiologia. Questa infatti ha messo in luce processi di elaborazione dell'informazione visiva ulteriori rispetto al dato primario del livello di stimolazione dei tre tipi di coni, che si sono rivelati precisamente come i meccanismi biologici funzionali alla base della fenomenologia che Hering aveva individuato nella visione umana.
Volendo semplificare molto, l'elaborazione dell'informazione cromatica non si limita a considerare il livello di stimolazione dei diversi tipi di coni, ma anche le loro differenze: e del resto, a posteriori, chiamare i coni "M" e "L" rispettivamente "cono del verde" e "cono del rosso" è evidentemente una semplificazione eccessiva, visto che i loro picchi sono molto vicini fra di loro e in particolare il picco del cono "L" cade praticamente in quello che chiamiamo giallo, lasciando quello che chiamiamo rosso all'estremità dello spettro e della sua stessa coda di sensibilità.
Questa elaborazione del segnale di stimolazione dei coni in termini di differenza di intensità avviene già a livello della retina, dalle cellule bipolari alle cellule gangliari, le quali reagiscono da una parte alla differenza di stimolazione fra i coni "M" e "L" (la contrapposizione di Hering fra verde e rosso) e dall'altra alla differenza di stimolazione fra i coni "S" e una combinazione della stimolazione dei coni "M" e "L" (la contrapposizione di Hering fra blu e giallo).
Non starò a riassumere tutto quello che ho scoperto: un bel compendio lo si può trovare nel PDF delle slide del corso di Sistemi Intelligenti Naturali e Artificiali del LIRA-Lab, Laboratory for Integrated Advanced Robotics, dell'Università di Genova — wow!
Mi limiterò ad accennarvi al fatto che mi sono ritrovato a leggere di cose suggestive e immaginifiche come l'effetto Purkinje, di colori impossibili o proibiti e di colori immaginari, che no, non sono il grue e il bleen di Goodman, ma il not-brown reddish green o il not-green bluish yellow...