Quanto detto getta anche nuova luce su un'espressione tipica del discutere sugli scambi: il prezzo pagato "è stato un furto". Lasciamo da parte il caso in cui l'acquirente sia stato ingannato per la qualità o la natura del prodotto — si tratterebbe di frode, e sarebbe davvero "un furto". Diciamo che il prodotto in questione sia qualcosa di noto e di nota qualità, ad esempio una bottiglia di birra di marca. Lunedì mattina al lavoro, il tuo collega racconta: "Siamo andati alla partita nel week end, e davano le birre a cinque dollari l'una — un furto!" Cosa intende? Nella misura in cui non sia stato ingannato né forzato a comprare la birra, e l'abbia davvero acquistata, stava valutando la birra — in quel momento, in quelle circostanze — più di cinque dollari. Altrimenti, perché mai l'avrebbe acquistata? Se per lui i cinque dollari avessero significato più della birra, non avrebbe dovuto far altro che rimettete via il portafoglio e tirar dritto. Dal momento che il tuo amico ha ceduto per la birra qualcosa che valutava meno di essa, il venditore potrebbe lamentarsi esattamente della stessa cosa: è stato un furto! Quel che il tuo collega voleva dire era: "avrei voluto che la birra fosse più economica". Ma tutti noi vorremmo avere di più per meno: si tratta della legge universale alla base dell'agire umano. In ogni momento cerchiamo di migliorare la nostra condizione: perché dovremmo aspettarci che altri, come il venditore, debbano fare altrimenti?
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07 May 2015
06 May 2015
Teoria economica, da zero /15.3
Il punto, invece, è che le persone non procedono allo scambio per il mero gusto di vedere beni passare di mano in mano: gli scambi non avvengono per una qualche "propensione al commercio". Perché uno scambio abbia luogo, entrambe le parti devono essere convinte che staranno meglio, dopo lo scambio. Si tratta del presupposto stesso dell'agire umano: chi agisce lo fa nella convinzione che l'agire migliorerà la sua condizione rispetto al non agire. Sta cercando di muovere da ciò che è a ciò che dovrebbe essere.
05 May 2015
Teoria economica, da zero /15.2
Carl Menger sottolineò che l'idea ingenua secondo cui in uno scambio di stabilisca l'ugual valore per le due parti dei beni scambiati conduce ad assiduità. Se due persone procedessero allo scambio nel momento in cui giudicano di ugual valore quel che cedono e quel che ottengono, non ci sarebbe alcuna ragione per cui non procedano allo scambio inverso un istante dopo. Se vendi la tua casa per 200'000$ significa che valuti i 200'000$ più di quanto valutavi casa tua. Di contro, l'acquirente valutava casa tua più di quanto valutasse 200'000$. Altrimenti — al di là dei costi di transazione — non ci sarebbe alcuna ragione per cui, appena conclusa la compravendita, non ti riprendessi subito indietro casa tua restituendo i 200'000$. Di più: se lo scambio avvenisse al punto di ugual valore, non ci sarebbe alcuna ragione perché tu e l'altra parte non continuaste a scambiarvi avanti e indietro casa e soldi un numero indeterminato di volte.
04 May 2015
Teoria economica, da zero /15.1
Un punto di essenziale importanza è rendersi conto che l'accordo delle due parti per procedere ad uno scambio non significa assolutamente che le due parti concordano sul valore delle unità che si scambiano. Al contrario, essi procedono allo scambio precisamente perché valutano in maniera differente i beni che sono in procinto di scambiarsi: Helena valuta le due trappole ottenute più degli otto topi che ha ceduto, mentre Rich valuta gli otto topi ricevuti più delle due trappole cedute.
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