Prosegue la pubblicazione delle lectures del corso di Aaronson del 2006. Dopo lo sprazzo isolato di febbraio, in questo giugno ben tre post hanno annunciato tre nuove puntate del corso.
Ovviamente non ho ancora trovato il tempo di leggerle tutte, ma già la prima, How Big Are Quantum States?, offre spunti molto interessanti. Aaronson, lo sappiamo, ama le frasi ad effetto, ed anche ora parte alto:
"computer science" is a bit of a misnomer; maybe it should be called "quantitative epistemology".Ma questa volta sembra abbastanza convincente.
E' quasi un secolo, ormai, che la meccanica quantistica continua a reggere contro tutti i tentativi di attacco sperimentale, mentre il fastidio "filosofico" che si prova a maneggiarla non si è ridotto punto. Ebbene, leggendo Aaronson si ha davvero la sensazione che i metodi della computer science possano finalmente offrire possibilità concrete per aprire una breccia proprio sul lato concettuale dei problemi. Ma è solo un paradosso, non c'è contraddizione: da una parte davvero la teoria della computabilità guarda alla meccanica quantistica da un punto di vista squisitamente teorico, e tuttavia, ugualmente, lo spirito è innegabilmente galileiano, quello con cui si parte da casi concreti e problemi circoscritti, per lasciar comporre alle loro risposte, le risposte alle domande più generali sui massimi sistemi:
Now that we have quantum computing, can we bring the intellectual arsenal of computational complexity theory to bear on this sort of question? I hate to disappoint you, but we can't resolve this debate using computational complexity. It's not well-defined enough. Although we can't declare one of these views to be the ultimate victor, what we can do is to put them into various "staged battles" with each other and see which one comes out the winner. To me, this is sort of the motivation for studying all sorts of questions about quantum proofs, advice, and communication.
Buona lettura!