03 April 2009

Chi va dicendo in giro che odio il mio lavoro

E' forte la tentazione di ammettere con che evidenza si riconosca, ancora oggi, quale sia la patria della rivoluzione, prima, e del maggio, poi, francese. E dell'illuminismo, nei facili e sconfortanti paragoni con lo stato Vaticano l'Italia (però, a ben vedere, qualcosa si era già mosso da qualche altra parte, e anche qui da noi, alla fine, qualcosina è successo).
E' forte, cioè, la sensazione che la differenza siano proprio gli italiani, che ci manchi la volontà e la forza di ribellarci. Però poi ripensi al G8 di Genova e alla Diaz. E i paragoni con quel che sta succedendo a Londra e a Strasburgo non sai quanto possano reggere, perchè da noi è uscita una sentenza. E tu quella sentenza la conosci, l'hai letta. E hai trovato scritto, nero su bianco, che la democrazia non esiste. Che un corpo di polizia può fare quello che vuole di te, persino creare prove false davanti alle telecamere, e tuttavia non subirne alcuna conseguenza, nè giudiziaria nè politica. Anzi, può usarti per far carriera. Ma questo lo sai solo tu. Tu e pochi altri, perchè di queste cose nessuno parla. E per l'ennesima volta rifletti sull'importanza dell'informazione, sul fatto che le cose basta non dirle, e non sono mai successe.
Per l'ennesima volta rifletti, ma ormai sei stanco. Continuare a indignarsi, a urlare lo scandalo e l'assurdità delle cose che accadono ogni giorno, concretamente, attorno a te, sembra inutile, come sgolarsi con l'audio spento. Come una puntata di Report. Non vedi niente che si muove, a cui partecipare, e non vedi altre maniglie con cui provare a esercitare qualche spinta, a mettere in moto qualcosa. Trovi il conforto dei pochi che la pensano come te, ma il resto del mondo sembra continuare a precipitare, imperterrito, beffardo persino.
Sono davvero così invincibili le sabbie mobili in cui siamo immersi? O forse è vero che siamo noi, pavidi? Che basta poco e gettiamo la spugna, rifugiandoci nella filosofia?

9 comments:

davide scaini said...

mi sembra che centri completamente il mio stato d'animo e la mia domanda esistenziale attuale (che si pongono anche molti altri giovani): cosa devo fare?
scappare, provare a cambiare, dare fuoco a tutto spargere sale e ricominciare, farci invadere da un Paese estero.
(non vedo altre alternative)
d

hronir said...

L'invasione di un Paese estero.
L'Europa.
Chissa'.

physicistinthedungeon said...

Dopo questo post, comincio veramente a preoccuparmi...
Da una parte l'elogio di criminali che sequestrano le persone, dall'altra un vago desiderio di "ribellarsi"...
Ci sono sempre state venature un po' populiste, ma adesso la tua visione della realta` mi sembra veramente distorta. E non mi riferisco - si badi - alle tue critiche, giustissime, sul caso Diaz e sul governo Berlusconi. Mi riferisco piuttosto ad un atteggiamento ideologico che vede nella politica la soluzione dei tuoi problemi. Se arrivi ad uno stato di prostrazione come quello che mi pare di intuire dalle tue parole, per me vuol dire che hai fatto della politica un idolo.
Scusami se sono cosi` diretto, forse ho interpretato male il tuo pensiero. Vorrei solo sincerarmi che non diventerai un terrorista! :)

davide scaini said...

Mi riferisco piuttosto ad un atteggiamento ideologico che vede nella politica la soluzione dei tuoi problemi.


...a sembra che sia cosi' che deve funzionare... o no? In quanto cittadini siamo parte della politica senno' diventiamo consumatori.

hronir said...

No, physicistinthedungeon, non ti preoccupare: non diventerò un terrorista.
Ma ha ragione davide: in uno stato di prostrazione non ci mettiamo di nostra volontà, ma ci siamo "per forza", per definizione di stato e di cittadino.
Non mi sembra di fare della politica un'idolo, mi sembra solo di riconoscere l'influenza, pesante, oggettiva, che hanno le scelte politiche sulla mia vita quotidiana.
Trovo che, al contrario, pensare allo stato come a qualcosa di distante e pensare ai temi politici come ad argomenti di discussione puramente filosofici sia un privilegio che si può permettere solo chi non viene toccato dalle decisioni di chi ci governa, oppure chi ha i mezzi e i modi per poter aggirare tutte quelle ingerenze che lo stato ci impone.

Caronte87 said...

Trovo che le sabbie mobili siamo noi stessi. Noi che ci lamentiamo e che non facciamo mai nulla..Del resto, continuiamo a dire: cosa potremmo fare?
che bel circolo vizioso!

Mi sono permesso di curiosare un po'...Ho visto che ti piace Borges! anche a me piace molto.. e ho visto che fai parte del progettogalileo..complimenti!!

hronir said...

Caronte, hai qualche suggerimento per uscire dal circolo vizioso?

Borges... sempre sia lodato! :)

Caronte87 said...

Se le avessi o non sarei ascoltato, oppure sarei ascoltato e di conseguenza messo in manicomio :)

hronir said...

E allora, Caronte, perche' dici che siamo noi stessi, le sabbie mobili? Che ci lamentiamo e basta?