31 March 2015

Teoria economica, da zero /8.1

Rich, nel suo adoperarsi per cambiare quel che è in quel che vorrebbe, potrebbe rendersi conto che ci sono margini di miglioramento per la sua attività di procacciarsi il cibo: se riuscisse a costruire delle trappole potrebbe forse arrivare a sei topi arrosto al giorno invece che quattro. E se avesse un barile potrebbe raccogliere l'acqua, e usarne un po' anche per cucinare, riuscendo magari ogni tanto a farsi un topo bollito, per cambiare un po' rispetto ai soliti topi arrosto. Così decide di procedere alla loro costruzione.
 
0, 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9
 

30 March 2015

Teoria economica, da zero /7.3

È vero che in "un momento di passione" certe azioni possono apparire più irresistibili di quanto apparirebbero in un momento di più calma riflessione. Però: un tifoso furioso per gli insulti di un tifoso avversario, in procinto di passare alle mani, pur si fermerebbe se un poliziotto armato gli si parasse d'innanzi; un uomo sposato, così ammaliato da non riuscire a resistere ad una donna, pur si fermerebbe se apparisse sulla scena sua moglie.
Le forti emozioni sono semplicemente un ulteriore fattore da considerare nel momento della decisione: il fatto che le persone a volte resistono ad impeti di passione significa proprio che, anche in tali circostanze, stanno scegliendo.
Solo in caso di malattie mentali, o dei neonati, o delle azioni riflesse (come allontanare la mano dalla pentola bollente), si tratta di scelte non consapevoli; ma in tal caso stiamo uscendo dall'ambito economico: l'economia studia le scelte intenzionali, è la scoperta delle implicazioni dell'agire umano.
 
0, 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8
 

29 March 2015

Teoria economica, da zero /7.2

L'incertezza del futuro è nella natura stessa dell'azione umana: in un mondo in cui il futuro è conosciuto con certezza esatta, non è possibile alcuna azione — se so cosa succederà e non c'è modo di alterarlo, non ha senso cercare di farlo; se invece *posso* alterare il corso degli eventi futuri... be', allora il futuro non era poi così certo!
Il fatto che ci si possa pentire, a posteriori, di azioni precedenti, non inficia l'idea che le persone scelgano sempre quel che preferiscono, nel momento in cui devono prendere la decisione.
Svegliandosi domenica mattina con i postumi di una sbronza, una persona potrebbe pentirsi della festa di sabato notte; ciononostante, sabato notte, quella stessa persona ha preferito festeggiare che starsene a casa a dormire.
 
0, 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8
 

28 March 2015

Teoria economica, da zero /7.1

La valutazione viene effettuata nel momento della scelta, nel momento in cui si agisce; ma poiché ogni nostra azione è diretta verso un futuro incerto, è sempre presente una possibilità di errore.
Rich può giudicare di aver raccolto abbastanza cibo per decidere di farsi un pisolino, per riposarsi un po'; ma mentre dorme, arriva una scimmia e gli ruba metà delle noci di cocco. A posteriori si pentirà della sua decisione e penserà che avrebbe dovuto raccogliere più cibo o che invece avrebbe dovuto costruire una recinzione. Magari la volta successiva che si troverà a prendere una decisione simile, farà una scelta differente: ha appreso, ha imparato.
 
0, 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8
 

27 March 2015

Teoria economica, da zero /6.4

Al risveglio, di primo mattino, l'utilità marginale che Rich attribuisce ad un'ora di lavoro è di gran lunga maggiore di quella che attribuisce ad un'ora di riposo: se non comincia a lavorare, potrebbe non mangiare o bere. Ma ogni successiva ora di lavoro sarà dedicata ad uno scopo considerato meno importante di quello dell'ora precedente. Infine, diciamo dopo dieci ore, Rich arriva al punto in cui il valore atteso di un'altra ora di lavoro è sceso al di sotto del valore atteso per un'ora di riposo (che a sua volta, col passare delle ore saliva, rispetto al valore che aveva di primo mattino). L'utilità marginale della prima, è scesa sotto l'utilità marginale della seconda: Rich stacca il lavoro e si riposa.
 
0, 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7
 

26 March 2015

Teoria economica, da zero /6.3

Nell'istante in cui dovrà prendere una decisione, dovrà fare una scelta, ciò che conterà sarà sempre il successivo secchio d'acqua da raccogliere, o il primo a cui rinunciare.
Gli economisti le chiamano unità marginali e chiamano questo principio "legge della diminuzione dell'utilità marginale". Il margine in questione non è una proprietà fisica della situazione, né può essere calcolata oggettivamente. Il margine è la linea fra il sì e il no, fra scegliere o lasciar perdere. L'unità marginale è quella di cui stai decidendo: lavorerai ancora un'ora oggi? ti tratterrai ancora alla festa per un altro bicchiere? chiederai un giorno in più all'hotel dove stai passando le vacanze? E sono domande diverse dal chiedersi: è bene lavorare? sono divertenti le feste? ci si rilassa in vacanza? La decisione è se la prossima ora di lavoro sarà più proficua di un'ora in più di riposo, se il relax di un giorno di vacanza in più varrà più del suo prezzo. Le nostre scelte sono effettuate al margine, e riguardano l'unità marginale.
 
0, 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7
 

25 March 2015

Teoria economica, da zero /6.2

Nella misura in cui Rich si è posto come obiettivo quello di sopravvivere, userà il primo secchio d'acqua per bere. Solo quando conterà di avere abbastanza acqua per evitare di morire di sete, prenderà in considerazione l'idea di usarla per cuocere. Inoltre, poiché ogni ulteriore secchio d'acqua è indirizzato ad un uso via via meno importante, significa che il valore stesso di ognuno di quegli ulteriori secchi d'acqua sarà via via inferiore. L'utilità per Rich di ciascun ulteriore secchio d'acqua va scemando.
 
0, 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7
 

24 March 2015

Teoria economica, da zero /6.1

I mezzi possono essere impiegati per più di uno scopo: Rich potrebbe usare l'acqua per tutta una varietà di fini diversi. Ogni mezzo con più di un possibile utilizzo sarà impiegato da Rich innanzitutto per il fine che reputa più importante. Ma questo non come conseguenza di un'analisi esaustiva di tutti gli usi possibili: è semplicemente, di nuovo, il semplice significato dell'effettuare scelte. Diciamo che il primo utilizzo che farà dell'acqua è quello che considera più importante *precisamente* perché ha deciso di soddisfare innanzitutto quel suo bisogno.
 
0, 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7
 

23 March 2015

Teoria economica, da zero /5.3

Ma, sì potrebbe obiettare, non è comunque più utile l'acqua di un diamante? Dipende. E dipende essenzialmente dalla valutazione della persona che deve effettuare la scelta. Se offrite il barile d'acqua ad un uomo che vive vicino ad un ruscello di montagna, non gli darà alcun valore: il ruscello gli fornisce già più acqua di quanta ne potrebbe mai usare, un barile d'acqua non ha proprio alcun valore per lui (anzi, forse ne ha addirittura uno negativo: potrebbe essere un impiccio avere un barile fra i piedi). Mentre magari non possiede alcun diamante, e la possibilità di acquistarne uno potrebbe risultargli allettante: senza dubbio giudicherà il diamante di maggior valore dell'acqua. Ma anche per la stessa persona, se cambiano le circostanze, la valutazione può cambiare completamente. Se sta attraversando il Sahara, col diamante già in tasca ma con la sua scorta d'acqua terminata e sul punto di morire di sete, verosimilmente scambierebbe il suo diamante anche solo per un bicchiere d'acqua (naturalmente se è un avaro potrebbe valutare più il diamante dell'acqua, anche a costo di morire di sete).
Il valore di un bene non è dunque in alcun modo racchiuso nel bene stesso ed è invece inerentemente soggettivo: gli stessi identici diamante e barile d'acqua possono essere giudicati diversamente da persone diverse ed anche giudicate diversamente dalla stessa persona, in momenti diversi.
 
0, 1, 2, 3, 4, 5, 6
 

22 March 2015

Teoria economica, da zero /5.2

La disastrosa teoria del valore-lavoro, che tentava di uguagliare il valore con la quantità di lavoro finito in un bene, fu sviluppata nel tentativo di colmare questa mancanza. Karl Marx ha fondato molto del suo pensiero economico sulla teoria del valore-lavoro. Quel che non coglievano gli economisti classici è che nessuno sceglie fra "acqua" e" diamanti": queste sono solo classi astratte con cui categorizziamo il mondo. In realtà nessuno sceglie fra "tutta l'acqua del mondo" e "tutti i diamanti del mondo". Quando sceglie, l'uomo si trova ad agire sempre di fronte a definite quantità di beni, chessò un barile d'acqua e un diamante da dieci carati.
 
0, 1, 2, 3, 4, 5, 6
 

21 March 2015

Teoria economica, da zero /5.1

Siccome la preferenza è consustanziale ad un concreto atto di scelta tra specifici mezzi volti a fini specifici, economicamente la scelta non seleziona fra astrazioni: Rich non sta scegliendo fra "lavoro" e "riposo", ma fra una specifica quantità di uno specifico tipo di lavoro e una specifica quantità di riposo, in uno specifico insieme di circostanze.
Questa intuizione risolve il paradosso del valore degli economisti classici: "perché, dal momento che l'acqua è così più importante dei diamanti, le persone pagano così tanto per i diamanti e così poco, anche nulla, per l'acqua?"
 
0, 1, 2, 3, 4, 5, 6
 

20 March 2015

Teoria economica, da zero /4.3

L'"unità" in questione è semplicemente l'intervallo di tempo, quale che sia, in cui Rich suddivide mentalmente il suo lavoro. L'unità successiva potrebbe essere, ad esempio, il prossimo insieme di pali da legare insieme, oppure la raccolta di un'altra noce di cocco. Tipicamente un'unità corrisponde ad un'attività che non val la pena iniziare se non si conta di portare a termine: ad esempio non ha senso raccogliere una noce di cocco per poi abbandonarla a terra e ritornarsene prima di averla messa nel sacco. La quantità di tempo di orologio che viene considerata una unità cambierà da un'attività alla successiva, da un giorno all'altro, e persino per la stessa attività: è una cosa soggettiva. Quel che conta è la particolare attività che Rich sta considerando come sua prossima azione quando sta staccando la giornata: sta per cominciare a legare insieme alcuni pali, quando sente una fitta alla schiena: "uhm... è ora di riposarsi?" Sta per scegliere tra il vantaggio che crede di ottenere dal legare anche il successivo gruppo di pali, e quello che crede di ottenere da qualche minuto in più di riposo.
 
0, 1, 2, 3, 4, 5
 

19 March 2015

Teoria economica, da zero /4.2

Immaginiamo dunque Rich mentre lega insieme dei pali per la sua tettoia: ha mangiato, bevuto e la tettoia sta procedendo bene. In più, comincia a sentirsi un po' stanco. Quando, esattamente, smetterà di lavorare? Esattamente nel momento in cui il valore che Rich attribuisce alla "unità" di lavoro successiva scenderà al di sotto del valore che attribuisce alla prima "unità" di riposo. Si tratta del significato stesso di scelta: scegliere significa effettuare una preferenza, dunque Rich lavorerà finché preferisce il guadagno che si aspetta dalla successiva unità di lavoro rispetto al guadagno che si aspetta dalla successiva unità di riposo.
 
0, 1, 2, 3, 4, 5
 

18 March 2015

Teoria economica, da zero /4.1

Dunque Rich sceglie, amministrando il suo tempo.
Diciamo che passa le prime quattro ore di ogni giorno raccogliendo cibo, le due ore successive per l'acqua e le successive quattro a lavorare su una tettoia. E per il resto del giorno si rilassa.
Tutte queste azioni hanno come proprio fine la soddisfazione diretta di un bisogno: il cibo sazia la fame, l'acqua placa la sete e la tettoia la sua necessità di ripararsi dal vento e dalla pioggia.
Anche il suo rilassarsi è un'azione, con un suo scopo: riposarsi. Se Rich è fisicamente in grado di continuare a lavorare, fermarsi a riposare è una scelta.
È importante soffermarsi sul momento in cui Rich farà questa scelta, perché è emblematica dell'intuzione con cui Carl Menger risolse il problema del valore che affliggeva l'economia classica.
 
0, 1, 2, 3, 4, 5