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07 February 2009

frastornato

Sta accadendo tutto in fretta, tutto insieme.
Mancano le parole. Le parole non sono abbastanza.
Per riassumere: in contemporanea l’Italia ha introdotto la censura a tappeto di Internet, le ronde armate legalizzate, il divieto di curare gli immigrati clandestini acciocché spargano ovunque la tubercolosi e la lebbra, e in più è diventata una repubblica integralista religiosa sul modello dell’Iran islamico, con il Vaticano che dice al governo cosa deve fare e il governo che lo fa anche a costo di minare le basi della democrazia, come la separazione tra potere legislativo, esecutivo e giudiziario.
Travaglio nota che, ora che ha costretto Napolitano a non firmare il decreto incostituzionale su Eluana, Berlusconi si e' semplicemente spianato la strada per il prosieguo: se c’era qualche speranza che il Quirinale bocciasse la legge-porcata sulle intercettazioni o la controriforma della giustizia varata ieri dal Consiglio dei ministri o il nuovo pacchetto sicurezza che legalizza le ronde padane e impone ai medici di denunciare i malati clandestini, ora quelle possibilità si riducono al lumicino.
Fabristol osserva l'immensita' del potere del Vaticano: Berlusconi ha l’intera opinione pubblica contraria e parte dei propri alleati (fino a qualche giorno fa infatti non si era mai esposto sulla vicenda) eppure tira avanti.
 
Tutto in un giorno solo, un vero colpo di stato con in piu' il sapore di bassifondi ove non v'e' piu' traccia d'alcuna umanita'.

09 December 2008

se una sera a cena un giornalista


Dai, raccontaci un po', come fate voi giornalisti a tenervi informati su quel che succede? Noi leggiamo i giornali, ma voi?
Be', innanzitutto c'è una suddivisione degli ambiti: chi si occupa di cronaca nera, chi di cronaca giudiziaria, chi di cronaca politica...
— E quello che si occupa di cronaca nera cosa fa, telefona ogni 5 minuti alla polizia?
Successo niente di nuovo? No. Successo niente di nuovo? No. Successo niente di nuovo? No...
Be', ci sono gli informatori: ogni giornalista ha il suo contatto alla polizia...
Quindi è la polizia, che vi chiama, quando succede qualcosa...
— Ma chi glielo fa fare, di chiamarvi ogni volta che succede qualcosa?
Be', la polizia potrebbe essere interessata al fatto che venga divulgata una certa notizia...
Come quando fanno i servizi sull'esito di una loro operazione...
— E' un po' come farsi pubblicità... i giornalisti fanno le marchette!
Be' potrebbero anche parlare male della loro operazione...
— Sì, così poi non ti chiamano più la volta dopo...
Sì, c'è una specie di rapporto di fiducia fra informatore e giornalista: oggi io ti pubblico un articolo che ti elogia, domani mi dai l'anteprima di una notizia di cronaca...
Ma così non ci saranno mai articoli negativi sulla polizia...
— ...e su tutti quelli da cui hai informatori: se vorrai mantenerti sulla notiza, devi solo dare le notizie buone!
Be', sì, la regola pratica è che se una notizia si pubblica è perchè c'è qualcuno a cui interessa che venga pubblicata.
Quindi una notizia "cattiva" su di te si pubblica solo se la viene a sapere un tuo rivale...
— Sì, se anche il giornalista lo venisse a sapere "da solo", non la pubblicherebbe per non "bruciarsi" il suo informatore...
Cioè dev'essere un altro giornalista che riceve la soffiata dal "rivale"...
— Altrimenti comunque il giornalista perderebbe la fiducia del suo uomo...
Sì, succede più o meno così...
Ma è incredibile questo meccanismo! Chissà allora di quante cose non veniamo e non verremo mai a conoscenza!
Eh, sì. L'unico modo che ha un giornale per poter pubblicare notizie "scomode" è quello delle inchieste: si invia ad indagare un giornalista "esterno" all'ambiente, che non ha alcun rapporto di fiducia da difendere...
E i giornali a tiratura nazionale? Se io, fonte, so che comunque tu sei un giornalista di Repubblica o del Corriere, che il giorno prima ha pubblicato un'inchiesta che mi ha danneggiato, anche se non sei stato tu materialmente a firmare l'articolo, io non ti do più fiducia!
Il giornalista locale cercherà di chiamarsi fuori dicendo che non ha potere di bloccare le pubblicazioni di un suo collega...
Certo che è un equilibrio molto fragile: è incredibile come possa mantenersi vivo un giornalismo "sano e indipendente" se questi sono i meccanismi in gioco...
Sì, è un equilibrio delicatissimo. A salvare le cose dovrebbe entrare in gioco una solidarietà corporativa...
In che senso?
Per esempio: in una conferenza stampa convocata da un politico, un giornalista prende la parola e fa una domanda scomoda al politico stesso. L'entourage del politico proverà quindi ad allontanarlo e magari ad impedirgli l'accesso le volte successive. Gli altri giornalisti dovrebbero allora far fronte comune ad un tale comportamento: ad esempio minacciando di andarsene tutti quanti con lui...
Essì: oggi capita a me, domani a te...
Esatto...
— Oggi, poi, bisognerebbe estendere questa sorta di solidarietà non solo ai giornalisti...
Certo che in Italia non sembra succedere molto spesso...
— Le interviste ai politici sembrano semplicemente degli spot elettorali: non fanno domande, chiedono solo: "cosa, di grazia, vorrebbe commentare? Ma non necessariamente nel merito della notizia, se anche vuol raccontarci una barzelletta o cos'ha mangiato a pranzo, per noi va bene, ci dica quello che vuole..."
So che in alcuni casi Mediaset non mandava nemmeno il giornalista, per realizzare il servizio...
...in che senso?
...mandava solo il cameraman.

16 October 2008

Il buco nero e la tagliola

UPDATE
 
Il Buco Nero - sito dei lavoratori precari INFN (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare)
Qui la situazione è sempre più grave: in un momento di crisi economica globale come questa la mossa peggiore che potrebbe fare un Paese occidentale è proprio quella di tagliare la ricerca, l'unica sua possibilità di futuro.
La situazione è così grave che del caso italiano ne parla addirittura nientepopodimenochè Nature (potete leggerne qui e qui).
Io ormai dispero di questo Paese, ma se avete ancora la forza di indignarvi potete trovare ottimi spunti da Marco Delmastro (qui e qui) e da Marco Cattaneo (qui). Se volete potete anche firmare la petizione sul sito dei lavoratori precari dell'INFN, dove potete trovare anche i comunicati di aggiornamento sulla situazione.
 
PS
Lui, invece, continua a spingerci verso il medioevo...