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18 February 2016

Darwin Day

Mi ero ripromesso di mantenere almeno per il 12 febbraio la tradizione del Darwin Day su questo blog, ma stento a mantenere una cadenza fissa anche solo annuale.
Il 15 febbraio, tre giorni dopo, in occasione del "Galileo Day", torna a circolare un vecchio articolo dell'Economist, As important as Darwin, ma ugualmente non riesco ad accodarmi in tempo.
Non ci riesco nemmeno il giorno dopo ancora, quando Prosopopea ci ricorda che il 16 febbraio cade l'anniversario di Haeckel, quello de "L'ontogenesi ricapitola la filogenesi" (sì, sì, lo so, non dite niente, l'ho già sgridato io che scrive su Facebook invece che sul blog...).
E nemmeno il giorno dopo ancora (metà febbraio è un brulicare di ricorrenze!) quando leggo che ricorre l'anniversario del giorno in cui, con la lingua in giova — serrata da una morsa perché non possa parlare — venne condotto in piazza Campo de' Fiori, denudato, legato a un palo e arso vivo Giordano Bruno.
E insomma, siamo già al 18, anzi tra poco è già il 19, se non mi sbrigo qui arriva addirittura il Rothbard Day e ci sono ancora tutte le ragnatele.
 
Mi limiterò ad una umile segnalazione da nature.com: What sparked the Cambrian explosion? — An evolutionary burst 540 million years ago filled the seas with an astonishing diversity of animals. The trigger behind that revolution is finally coming into focus.
 
Buon Darwin Day (in ritardo) a tutti!

16 February 2009

Molte nature - 2

Molte nature
In questo libro espongo una rete di collegamenti tra discipline diverse e suggerisco un punto di vista sullo sviluppo della cultura. Discipline diverse, certo: dagli studi sull'origine della scrittura all'esplorazione di ciò che accade nei nostri cervelli e nei nostri organi di senso, dagi sviluppi dell'evoluzionismo all'approccio naturalistico alla filosofia, dalle ricerche sul comportamento degli animali e dei vegetali all'analisi dei generi letterai.
 
Lo sapevo, Bellone non delude.
Se già lo conosci, in questo suo ultimo Molte nature trovi quello che ti aspetti: prosa asciutta ma densissima, quasi borgesiana. I temi trattati questa volta spaziano davvero molto, come avete potuto leggere sopra. La chiave di lettura è sempre quella dell'approccio naturalistico alla conoscenza (leggi: Quine) e il filo conduttore è sempre la storia della scienza. Quella vera, ricostruita con precisione e con un meticoloso riferimento alle fonti originali, capace di rivoltare quasi tutti i luoghi comuni più diffusi e di smontare tutte le facili "teorie sulla scienza" che su di essi si basano.
 
Per salvare Copernico divenne necessario distruggere parti ampie del suo lascito: demolire il principio secondo cui l'universo è formato da sfere corporee, abbandonare la congerie di cicli che permettono di calcolare le posizioni dei pianeti attorno al Sole, costruire una nuova fisica in grado di abbattere i paradossi relativi al moto orbitale della Terra attorno al Sole e al moto rotatorio del nostro pianeta attorno a un asse. Per vie tra loro diverse, il salvataggio si ebbe con Galilei e con Keplero: ma il salvataggio stava trasformando il modello di Copernico in modo radicale, e la trasformazione coinvolgeva sia l'ontologia copernicana, sia i rapporti fra scienza e filosofia, sie le credenze di senso comune. Il cielo diventa un contenitore vuoto dei corpi celesti che si muovono all'interno della sua struttura non corporea ma geometrica, e le orbite dei pianeti devono essere allora governate da forze ancora inesplorate. La metafisica dominante va in frantumi, poichè crollano i pilastri di una filosofia prima i cui seguaci sostengono che nulla di nuovo può apparire nelle scienze poichè la natura stessa ha già parlato con la bocca di Aristotele: e ciò che da quella bocca è uscito ha il plauso della teologia e della politica, nonchè il conforto di molti accademici. E poi, com'è possibile credere nella veridicità del modello di Copernico, quando tutte le esperienze rese possibili dai sensi sono contrarie ai moti di rotazione e di rivoluzione della Terra? Ma il telescopio mostra angoli sperduti del mondo che nessuno aveva mai visto e che sono popolati da numeri immensi di stelle invisibili ad occhio nudo. E attorno a Giove ruotano quattro satelliti, e Saturno ha una forma enigmatica, e Venere ha le fasi come la Luna, e il Sole non è incorruttibile ma è ricoperto da macchie informi e scure. E ancor prima del telescopio, a occhio nudo s'era vista in cielo una nuova stella, e la nuova stella s'era lentamente spenta con il passare dei mesi.