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24 May 2015

Teoria economica, da zero /20.3

In particolare qualche commerciante più acuto noterà che certi beni sono più "scambiabili" di altri. Immaginiamo che l'isola sia costellata di aree per il pascolo di capre e che la maggior parte dei residenti abbia il suo piccolo gregge. Marco ha costruito la sua canna da pesca e vorrebbe del mais. Sebbene non riesca a trovare un coltivatore di mais interessato alla sua canna da pesca, certamente troverà un pescatore interessato e disposto a pagare in capre. Quindi, con le capre ottenute dalla vendita della canna, non faticherà a trovare un coltivatore di mais interessato a comprare qualche altra capra per il suo piccolo gregge. Marco, cioè, ha sfruttato un'opportunità vantaggiosa che non aveva a disposizione tramite uno scambio diretto. Lo scambio indiretto è consistito nel cedere il suo bene specifico in cambio di un bene facilmente e diffusamente scambiato, in modo da poter usare quest'ultimo per ottenere in cambio il bene a cui era davvero interessato. In una società non abituata a questo tipo di scambi indiretti, probabilmente la pratica si diffonderebbe gradualmente: all'inizio solo i commercianti più scaltri sfrutterebbero l'idea, ma via via altri ne noterebbero i vantaggi e comincerebbero ad applicare la stessa tecnica; col tempo, il bene più facilmente e diffusamente scambiabile diverrebbe un mezzo di scambio e sarebbe accettato come pagamento in quasi tutte le transazioni.
È l'origine della moneta.
 
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23 May 2015

Teoria economica, da zero /20.2

In secondo luogo, nonostante il mercato sia costituito da molte decine di attori, ad essi manca un modo per quantificare i propri affari. Un commerciante, chiamiamolo Marco, che produce strumenti per la pesca, non può tener traccia in alcun modo della sua attività, se sia in perdita o meno. Un suo eventuale libro contabile non potrebbe che contenere un semplice elenco di beni incommensurabili: lato spese, ad esempio, potrebbe avere segnato 1000 ami, 4 reti e 20 canne da pesca; lato entrate potrebbero esserci 4 martelli, 10 chili di ferro, 2 sedie e 10 corde. Ma non ha alcun modo di giudicare se, al netto, le transizioni sono state di profitto o meno: sta davvero lavorando abbastanza bene da riuscire a provvedere non solo al suo mero sostentamento, ma anche ai beni capitali di cui ha bisogno per proseguire l'attività? C'è forse una combinazione diversa, più efficiente, di beni capitali che avrebbe potuto acquistare al posto di quelli che ha acquistato? Non sarebbe forse stato meglio prendere 7 chili di ferro e 20 corde? L'ideale sarebbe che trovasse un'unità di conto comune a tutti i beni.
Nella condizione di mercato a baratto dell'isola, non c'è che l'intuizione, per capire come stanno andando gli affari. Ma gli uomini sono ingegnosi nel trovare modi per migliorare le proprie condizioni.
 
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22 May 2015

Teoria economica, da zero /20.1

Il processo di mercato che abbiamo descritto finora ha già una sua complessità, data dall'esistenza di più acquirenti e più venditori dello stesso bene, ma mancano ancora di due fattori importanti.
In primo luogo, in quel mercato chiunque voglia capre e coltivi mais deve trovare qualcuno che voglia mais ed abbia capre. Chiaramente non è sempre facile trovare qualcuno che ha il bene che vuoi tu e vuole il bene che tu hai: la ricerca di qualcuno con cui commerciare occuperebbe un sacco di tempo, e nel frattempo dovresti continuare a dar da mangiare alla capra e preoccuparti di non far andare a male il mais.
 
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