21 May 2015

Teoria economica, da zero /19.2

Prendere troppo sul serio le metafore sportive o belliche del processo di mercato significa non averne colto la vera natura: il processo di mercato non seleziona vincitori e vinti, ma permette a tutti di trovare un proprio posto nello schema di produzione in cui meglio soddisfare i desideri dei consumatori. È altrettanto sbagliato interpretare il commercio internazionale come una contrapposizione fra nazioni di quanto lo sia interpretare il mercato nazionale come una contrapposizione fra lavoratori e datori di lavoro, o fra produttori e consumatori. In una economia di mercato, sia a livello nazionale o internazionale, i tenori di vita di ciascuno possono crescere tutti insieme. L'America non ha perso se il Giappone o la Cina dovessero diventare più benestanti degli Stati Uniti; un aumento del tenore di vita in una qualunque area porta benefici a tutte le persone che sono economicamente integrate con quell'area.
La scoperta della legge della convivenza associativa fu una grande conquista per l'economia classica: essa indicava la via per l'armonia sociale, mostrando che i deboli e i potenti hanno più convenienza in una relazione reciproca che nello sfruttamento. La natura del mercato come una rete di scambi volontari significa che ogni partecipante deve percepire il vantaggio dello scambio, altrimenti non vi parteciperebbe.
 
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2 comments:

Sandman said...

fino al 18.4 compreso sono stato pienamente d'accordo. Ora però sembra che il discorso stia prendendo una piega strana. Ho l'impressione che Gene Callahan stia facendo confusione tra il percepire come vantaggioso uno scambio prima e dopo averlo effettuato. Una teoria economica deve, per non entrare in meriti che non competono l'economia, come ad esempio la psicologia, assumere che nel preciso momento della scelta l'individuo valuti positivamente la conseguenza di quella scelta rispetto al non compierla. E sono d'accordissimo. Ma dire che dopo la scelta l'individuo sarà soddisfatto di averla compiuta secondo me è un errore, o se non lo è, costituisce comunque un salto logico non approfondito, come fosse lasciato intendere. Il fatto è che la rappresentazione positiva della scelta a priori è un modo per interpretare la scelta a livello economico, mentre invece dire che l'individuo è contento di averla fatta è uscire dal seminato!

Ecco dove ho notato questa cosa, spero di non aver frainteso:

18.5
Nonostante non ci sia modo di quantificare il peggioramento di condizione dei diversi attori di mercato rispetto alla situazione non regolamentata, non c'è dubbio che stiano peggio.

19.1
In particolare, c'è una differenza fondamentalmente fra un gioco ed il processo di mercato, ed è che in quest'ultimo tutti i partecipanti guadagnano da scambi volontari. Kyle, Stephen, Rachel ed Emma stanno tutti meglio dopo aver effettuato gli scambi rispetto a prima.

19.2
La scoperta della legge della convivenza associativa fu una grande conquista per l'economia classica: essa indicava la via per l'armonia sociale, mostrando che i deboli e i potenti hanno più convenienza in una relazione reciproca che nello sfruttamento.

hronir said...

Economicamente, in astratto, lo scambio corrisponde ad una transizione puntuale fra uno stato precedente allo scambio e uno stato successivo. Se entrambe le parti concordano nell'effettuare lo scambio significa che entrambe le parti hanno in mente la situazione corrente, precedente allo scambio, e si figurano la situazione successiva ad esso, e che giudicano, entrambi, che quest'ultima sia migliore, per se stessi, di quella precedente.
In questo contesto temporale, per definizione entrambe le parti stanno meglio dopo aver effettuato lo scambio che prima.
D'altra parte si sottolinea pure che il vantaggio di uno scambio è sancito nel momento stesso dello scambio, non sulla base di una scala di valori stabilita in anticipo ed ignorando la possibilità di pentimento dopo lo scambio.

Le due cose sono solo apparentemente in contraddizione perché, per così dire, si riferiscono a scale temporali diverse.

Per chiarire meglio il senso, prendiamo l'esempio citato in 3.5: la scala di valori stabilita in anticipo è quella che ti farà rinunciare al dolce per mantenere la dieta, che è del resto la stessa che ti farà pentire, poi, di aver ceduto alla golosità. Come si diceva, dal punto di vista economico quel che conta non sono le intenzioni, ma i fatti, e il fatto è che tu hai scelto di prendere il dessert. L'economista descrive quel fatto, puntuale, dicendo che hai preferito mangiare il dolce che non mangiarlo, ovvero dicendo, retoricamente, che stai meglio dopo rispetto a prima, ma riferendosi evidentemente ad una scala temporale che potremmo definire "microscopica", in cui il prima e il dopo sono infinitesimamente adiacenti all'atto puntuale della scelta. E tutto questo non è in contraddizione col fatto che "prima" (su una scala temporale più larga, "macroscopica") tu il dolce non lo volessi prendere e "dopo" (su quella stessa scala temporale più larga) tu ti sia pentito di averlo preso.