13 September 2016

Teodicea (Dio e la presenza del male nel mondo), breve cronistoria

La parola problema può essere un'insidiosa petizione di principio. Parlare del problema ebraico è postulare che gli ebrei sono un problema; è vaticinare (e raccomandare) le persecuzioni, la spoliazione, l’assassinio, lo stupro e la lettura della prosa del dottor Rosenberg. Un altro demerito dei falsi problemi è quello di promuovere soluzioni anche esse false. A Plinio (Istoria naturale, lib. VIII) non basta osservare che i draghi assaliscono in estate gli elefanti: avventura l'ipotesi che lo facciano per berne il sangue che, come nessuno ignora, è freddissimo.
J. L. B.
I timori del dottor Americo Castro,
in Altre Inquisizioni
Kirbmarc aveva aperto un blog tutto suo, ma è ancora fermo al post di presentazione; forse, chissà, me lo sto perdendo su Facebook; ad ogni modo commenta altrove ed è sempre tutto da leggere.
L'ultimo mio avvistamento è da Fabristol, dove ci concede una squisita prospettiva storica di lungo periodo sulla teodicea, da quando il problema nemmeno si poneva (e non certo perché il male non esistesse) al come e perché la contraddizione emerge.
 

2 comments:

Anonymous said...

"Parlare del problema ebraico è postulare che gli ebrei sono un problema; è vaticinare (e raccomandare) le persecuzioni, la spoliazione, l’assassinio, lo stupro e la lettura della prosa del dottor Rosenberg."

Bella citazione: quindi parlare del problema del male in relazione a dio é postulare che il male in relazione a dio é un problema.

Kirmarc aprí quel blog e scrisse quel post quando gli chiesi se ne avesse uno a commento di uno dei miei post. ;) poi nulla...

hronir said...

Ricordo benissimo, del resto so dell'esistenza di quel suo blog proprio perché vi seguo nei commenti al tuo.

E' ovvio che sia una citazione "bella", è Borges! ;)

Sì, mi riferivo al fatto — approfondito nel commento di Kirbmarc — che il *problema* del male, storicamente, non è sempre esistito: esso è legato solo ad una concezione della divinità come onnipotente e buona, ed entrambe le assunzioni, appunto, non sono affatto consustanziali al concetto di divinità. Per questo parlare di *problema* del male è una petizione di principio: il problema è il concetto di divinità buona e onnipotente, dato che l'esistenza del male, in sè, non è un problema: è semplicemente un fatto della vita.