07 October 2008

Quarto potere


Anna Politkovskaya (foto indimedia)
Vediamo se questa volta riesco ad essere "sulla notizia". Certo, ormai e' sera tardi, ma, almeno per qualche dozzina di minuti, è ancora il 7 ottobre. E proprio il 7 ottobre di due anni fa veniva assassinata la Politkovskaja. Stranamente non trovo nemmeno un trafiletto su repubblica online (c'è solo una riga su news control che si limita a linkare il pezzo del corriere) e in generale la cosa ha avuto, a parte appunto sul corriere, relativamente poco risalto.
L'occasione è buona per una riflessione di carattere generale sul giornalismo.
Ho già detto tante volte che considero l'informazione come parte integrante dell'ossatura stessa della democrazia. Non basta poter esprimere una preferenza nell'urna per poter dire di essere in una democrazia, dev'esserci un concerto di poteri indipendenti che operino un'azione di controllo reciproco, e fra questi non sarebbe eccessivo considerare l'informazione come il più importante, dal momento che è solo attraverso una corretta informazione che i cittadini possono farsi un'idea di quel che accade intorno a loro e delle decisioni che vengono prese per regolamentare la loro stessa vita.
E la situazione dell'informazione in Italia è davvero disastrosa.
La cosa è già molto evidente semplicemente guardando un qualsiasi telegiornale, ma avere internet a portata di mano rende il tutto davvero stridente. E ovviamente non sto parlando "semplicemente" di informazione scientifica nè mi sto lamentando del dilagare del gossip, ma di una situazione del tutto trasversale e particolarmente accentuata proprio in ambito politico. Non solo manca il giornalismo d'inchiesta, ma abbiamo perso persino il concetto di "intervista", sostituito da quello di monologo. Manca completamente un senso di obiettività del giornalista, sostituito da quell'obbrobrio chiamato par condicio, secondo cui l'equilibrio starebbe nel mezzo, ovunque esso si trovi, anche se uno dei due estremi si trova completamente fuori scala rispetto a qualunque definizione di buon senso. La par condicio in realtà rappresenta precisamente la morte del giornalista, che si limita a fare da contenitore a qualsiasi boiata venga proposta, mentre dovrebbe essere il punto di riferimento "informato" del cittadino che non può pensare di essere esperto di tutto.
Recentemente ho scoperto che RaiNews24 rappresenta una specie di residuo di informazione "normale", una testata che spicca nel desolatissimo panorama che la circonda. L'unico feed di news nel mio aggregatore è proprio il loro (su repubblica e corriere ormai ci vado solo, quando mi capita, direttamente dal browser, il che per me è come dire che non esistono più...). Si ha ancora la sensazione di leggere delle notizie, nella loro asettica sobrietà, e non delle marchette sensazionalistiche. Ogni tanto arrivano anche delle inchieste interessanti, che in un paese normale dovrebbero destare scandalo, mentre da noi non ne parla nessuno, al massimo si limitano ad essere citate da qualche blog controcorrente che viene quindi dipinto come controinformazione, nel senso negativo del termine.
«Il controllo dell’informazione è il punto chiave con cui viene garantita la continuità di tutte le dittature, anche quelle dolci, come la nostra.» Ma al momento i blog (i blog, più che l'internet in generale, che è in gran parte nello stesso calderone in cui ribollono corriere e repubblica online), coinvolgono ancora, purtroppo, una fetta di popolazione troppo piccola, del tutto irrilevante. E se, come temo, i blog rappresentano davvero l'unica possibilità per una sana informazione, una qualsiasi possibilità di riscatto per noi sembra non avere altro orizzonte che questo.
Che, forse, è un po' come dire che non c'è alcun orizzonte.

5 comments:

Edo said...

L'informazione equilibrata serve per rimanere al passo coi tempi, aggiornati.

Ma al passo coi tempi ci s'arriva, per prima cosa tramite una buona istruzione. Ora, lasciando perdere le varie riforme che si stanno succedendo, io non ricordo di aver studiato a storia nulla di posteriore al 1945, ovvero la fine della seconda guerra mondiale.

Beh, in questi 60 anni di eventi ne sono successi, eppure sembra non siano importanti. Recentemente, come scrissi su Estarnazioni II ( che ora devo recuperare), io non ho mai capito nulla dei movimenti del cosiddetto 68 e degli anni di piombo. All'uopo mi sono letto parte della "Storia d'Italia" di Indro Montanelli, dove ho scoperto tante cose; ad esempio sul referendum sull'aborto, sul divorzio, sul nucleare...

Anonymous said...

Sono pienamente d'accordo con quanto dici, ma il punto è un altro. Anche su nucleare e OGM dovremmo essere stati informati a scuola, anche sull'economia, la borsa e le crisi finanziarie.
Il punto è che il singolo cittadino non può avere una laurea in tutto, questo è il compito del giornalista. Non ovviamente nel senso che ogni singolo giornalista debba essere un tuttologo, ma nel senso che su ogni questione vorrei essere informato da un giornalista preparato su quella questione.

Resta il fatto che questo, in Italia, è comunque una raffinatezza: da noi manca una base di obiettività e un minimo di deontologia per cui basterebbe un diploma di maturità.

Anonymous said...

A proposito delle inchieste di RaiNews24...

Anonymous said...

A me pare una clamorosa bufala. Domani su Giornalettismo c'è un pezzo proprio su qeusta inchiesta e la smonta pezzo per pezzo.

Anonymous said...

questo, eh?
Allora non ci si puo' piu' fidare di nussuno... :(