24 May 2016

L'anima /1

Sarebbe una bella cosa vedere la propria anima. [...]
Noi chiamiamo “anima” quello che ci anima. E non sappiamo di più, dati i limiti del nostro intelletto. [...]
Povero pedante, tu vedi una pianta che vegeta, e dici “vegetazione”, o anima vegetativa; osservi i corpi che hanno e comunicano il moto, e dici “energia”; vedi il tuo cane da caccia che sotto la tua guida impara il suo mestiere e gridi “istinto”, “anima sensitiva”; hai delle idee composte e dici “intelletto”.
Ma, di grazia, che intendi con queste parole? Certo questo fiore vegeta, ma c’è proprio un ente reale che si chiama “vegetazione”? [...]
Se un tulipano potesse parlare e ti dicesse: “è chiaro che la mia vegetazione e io siamo due esseri uniti insieme” non ti faresti beffe di quel tulipano? [...]
Vediamo i bei sistemi che la tua filosofia ha costruito su queste anime. Uno dice che l’anima dell’uomo è parte della sostanza di Dio stesso; l’altro che essa è parte del gran tutto; un terzo che essa è creata ab eterno; un altro che è fatta ma increata; altri assicurano che Dio forma le anime man mano che ne sorge il bisogno, e che esse arrivano nel momento della copulazione: “Vengono a situarsi negli animalucoli seminali”, ti grida l’uno. “No”, dice quest’altro, “esse vanno ad abitare nelle trombe di Falloppio.” “Avete torto”, viene a dire un altro, “l’anima attende sei settimane che il feto sia formato, e allora prende possesso della ghiandola pineale; ma se trova un feto che andrà a male se ne torna indietro aspettando una migliore occasione” [...]
Non meno numerose ipotesi si sono fatte sul modo in cui quest’anima potrà sentire quando sarà stata separata dal proprio corpo per mezzo del qual sentiva: come udirà senza orecchie, odorerà senza naso, e toccherà senza mani; e in qual corpo alla fine dei tempi si reincarnerà: se in quello che aveva a due anni o a ottanta; e come l’io, l’identità della stessa persona potrà sussistere; e come egualmente l’anima di un uomo diventato scemo all’età di quindici anni e morto in demenza a settanta potrà riprendere il filo delle idee che aveva nell’epoca della pubertà; e con quali espedienti un’anima che abbia avuto tagliata una gamba in Europa e abbia perso un braccio in America ritroverà quella gamba e quel braccio i quali, essendo stati trasformati in legumi, saranno nel frattempo passati nel sangue di qualche altro animale... Non si finirebbe più se si volesse rendere conto di tutte le stravaganze che questa povera anima umana ha immaginato attorno a se stessa.
Voltaire, Dizionario filosofico, alla voce “anima”.
 

20 May 2016

I vantaggi di un libro rispetto ad un ebook

 
L'altro vantaggio della carta rispetto al digitale è che, se leggi in giro — in treno, o anche semplicemente lasciando il libro appoggiato sulla scrivania dell'ufficio — la gente vede cosa stai leggendo, e magari chiede, curiosa...
Ok, sì, in effetti può anche essere uno svantaggio...
(No, non sto leggendo Musil... è una vita che non leggo più narrativa...)
 
 

17 May 2016

L'anima /0

Sull'Atlantico, un minimo barometrico avanzava in direzione orientale incontro a un massimo incombente sulla Russia, e non mostrava per il momento alcuna tendenza a schivarlo spostandosi verso nord. Le isoterme e le isòtere si comportavano a dovere. La temperatura dell'aria era in rapporto normale con la temperatura media annua, con la temperatura del mese più caldo come con quella del mese più freddo, e con l'oscillazione mensile aperiodica. Il sorgere e il tramontare del sole e della luna, le fasi della luna, di Venere, dell'anello di Saturno e di molti altri importanti fenomeni, si succedevano conforme alle previsioni degli annuari astronomici. Il vapore acqueo nell'aria aveva la tensione massima, e l'umidità atmosferica era scarsa. Insomma, con una frase che quantunque un po' antiquata riassume benissimo i fatti: era una bella giornata d'agosto dell'anno 1913.
Robert Musil, L’uomo senza qualità, capitolo 1
 
 

12 May 2016

L'altro, lo stesso

now
last 24h

last week

last month
Blogger offre un servizio minimalissimo di statistiche di accesso al prorpio blog (di cui non sono mai riuscito a venire a capo, perché non corrispondono, ma nemmeno per l'ordine di grandezza, a quelle di qualsiasi altro servizio di tracking abbia provato in passato — Google Analytics, pMetrics, StatCounter, ShinyStat, GoStats... i quali invece, pur variando fisiologicamente, grossomodo concordano l'un l'altro). Minimalissimo anche per il fatto di non poter filtrare le statistiche su una specifica finestra temporale, l'unica possibilità essendo quella di guardare numeri sulle ultime 24 ore, l'ultima settimana o l'ultimo mese.
Ad ogni modo, ultimamente ho notato nelle statistiche di Blogger un strano aumento di accessi dalla Russia, abbastanza improvviso, ma non concentrato in una ristretta finestra temporale, e ancora adesso in corso.
Questo blog è completamente in mano a Blogger, non mi occupo dell'hosting di niente, quindi forse non dovrei preoccuparmi; ma, in una blogosfera sempre più desertificata, Blogger è diventato ancor di più una specie di ghetto abbandonato da Google in cui avvengono misteriose trasformazioni: vi ricorderete certamente di carlettodarwin, storico e popolare blog ora diventato misteriosamente una specie di portale per il gioco d'azzardo per il mondo arabo; oppure, per citarne solo un altro paio dalla mia incartapecorita feed subscriptions list, ilcoloredellaluna o godelsblog, entrambi diventati proprietà di due account indonesiani o malesi — non metto link diretti, ma in tutti e tre i casi basta aggiungere in coda blogspot.com per vedere come si sono ridotti...
Insomma, se doveste notare derive strane in questo blog, tipo, chessò, un'insolita aumentata frequenza di post, cambiamenti repentini di visioni politiche o di religione, presenza di nuovi iframe che inseriscono automaticamente contenuti da altre provenienze, chessò, pubblicizzando strani account di Twitter... be', insomma, prendete in considerazione la possibilità che non sia più davvero io!
 
 

11 May 2016

Reverso Context

Reverso Context
A proposito di cambiare browser, una cosa che Chrome non permette di esportare facilmente — né di sincronizzare! — sono i motori di ricerca: l'evoluzione, ve li ricorderete, degli shortcut parametrici di Firefox. Anche Opera offre la stessa funzionalità, ma, appunto, li ho dovuti copiare a mano da Chrome — non il ho ancora copiati tutti, lo faccio man mano che mi servono...
Nel farlo mi sono reso conto di non avervi ancora parlato di una relativamente recente scoperta — notevole, a mio parere — a proposito di ausilî per la scrittura e la traduzione: si tratta di Reverso context, una risorsa che non si limita a offrire le possibili traduzioni del termine cercato, ma le offre all'interno del contesto in cui compaiono, in entrambe le lingue, sulla base di analisi statistiche di grandi moli di testi tradotti, in situazioni formali e informali.
 
E niente, visto che ci sono e che ho dovuto rispolverarlo per il travaso da un browser all'altro, riporto qui l'elenco aggiornato dei miei shortcut parametrici motori di ricerca:
 
  
Generic search:
Google:http://www.google.com/search?q=%s
Google italian:http://www.google.it/search?q=%s&lr=lang_it
Google images:https://www.google.com/search?q=%s&tbm=isch
Google Maps:http://maps.google.com/maps?q=%s
DuckDuckGo:https://duckduckgo.com/?q=%s
Bing:http://bing.com/search?q=%s
Urban Dictionary:http://www.urbandictionary.com/define.php?term=%s
YouTube:http://www.youtube.com/results?search_query=%s&page={startPage?}&utm_source=opensearch
hronir:http://www.google.com/search?esrch=RefinementBarRhsPreview&q=site%3Ahronir.blogspot.com%20%s
 
Wikipedia:
en.wikipedia:http://en.wikipedia.org/w/index.php?title=Special:Search&search=%s
it.wikipedia:http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Special:Search&search=%s
 
LinkedIn:
LinkedIn ITA Search:https://www.google.com/search?q=site%3Ait.linkedin.com+%s
LinkedIn Search:https://www.google.com/search?q=site%3Alinkedin.com+%s
 
Domains and IP addresses:
DomainDossier:http://centralops.net/co/DomainDossier.aspx?addr=%s&dom_dns=true&dom_whois=true&net_whois=true&svc_scan=true&traceroute=true&go1=Submit
truevue:http://iplocation.truevue.org/%s.html
utrace:http://en.utrace.de/ip-address/%s
 
Thesaurus:
The Free Dictionary:http://thefreedictionary.com/%s
homolaicus (sinonimi & contrari):http://www.google.com/search?btnI=I'm+Feeling+Lucky&q=site%3Awww.homolaicus.com/linguaggi/sinonimi+%s
 
Translation:
Reverso Context 
ITA → ENG:http://context.reverso.net/traduzione/italiano-inglese/%s
ENG → ITA:http://context.reverso.net/traduzione/inglese-italiano/%s
WordReference 
ENG → ITA:http://www.wordreference.com/enit/%s
ITA → ENG:http://www.wordreference.com/iten/%s
ENG → FRA:http://www.wordreference.com/enfr/%s
FRA → ENG:http://www.wordreference.com/fren/%s
diCios 
FRA → ITA:http://www.frasi.net/dizionari/francese-italiano/default.asp?L21=&vocabolo=%s
ITA → FRA:http://www.frasi.net/dizionari/francese-italiano/default.asp?L21=S&vocabolo=%s
 
 

10 May 2016

Opera

Opera browser logo
Da quando sono comparse le extensions, cambiare browser è diventato come cambiare casa: bisogna mettere in conto di traslocare ogni cosa, prima di tutto abitudini e scorciatoie. Dopo essere passato, ormai molto tempo fa, da Firefox a Chrome, essenzialmente per l'integrazione con i servizi di Google, mi ci sono ritrovato incastrato precisamente per via di molte estensioni da cui ero diventato dipendente.
Ho da poco scoperto che Opera supporta tutte le extension di Chrome e ho deciso di dargli un'occhiata.
Al momento sembra molto più veloce e meno affamato di RAM di Chrome — come a suo tempo Chrome mi era sembrato molto più veloce e meno affamato di RAM di Firefox, e probabilmente in entrambi i casi il motivo è semplicemente che il nuovo browser non sopporta il peso delle millemila estensioni che il vecchio si porta dietro.
In ogni caso rappresenta una buona occasione per "ripartire da zero", con in più la possibilità, ora, con Opera, di non dover cercare estensioni semplicemente simili alle vecchie, e magari all'interno di un'offerta estremamente ridotta, ma di avere a disposizione le stesse identiche estensioni e in ogni caso da un catalogo altrettanto — e più — ricco.
Non sono ancora autosufficiente, ma è già da qualche giorno che sto provando a fare a meno il più possibile di Chrome e finora ho installato solo una decina di estensioni.
Ci sono ancora alcune cose che non riesco a fare con Opera, perché le facevo con Chrome senza specifiche estensioni ma con funzionalità integrate, dovute essenzialmente all'integrazione dei servizi di Google.
Vedremo se/quanto durerà questa parentesi e se avrà l'effetto di farmi abbandonare Chrome... o di farmici ritornare, cercando nuove estensioni che mìmino in Chrome qualche specificità di Opera a cui mi sarò abituato!

06 May 2016

PR-boxes: correlazioni senza segnali superluminali più forti dell'entanglement quantistico

Spontaneous parametric down-conversion figure.png
Spontaneous parametric down-conversion
(Wikimedia Commons, the free media repository)
Conoscevo le disuguaglianze di Bell come formulazione quantitativa dell'idiosincrasia della meccanica quantistica per realismo o località; non sapevo che è concepire delle misure correlate in maniera ancora più forte di quanto lo siano misure su sistemi entangled, me mantenendo la condizione di non usare (cioè senza implicare la possibilità di inviare dei) segnali superluminali.
Debbo la scoperta ad un breve pezzo su quantumfrontiers, si tratta delle cosiddette PR-boxes e più genericamente si parla di superquantum correlations, e ovviamente viene naturale chiedersi come mai in natura si diano correlazioni più forti di quelle completamente locali, quelle dell'entanglement, ma non ancora più forti come quelle di ipotetiche PR-boxes, e se ci sia qualcosa di profondo sotto...

04 May 2016

Srinivasa Ramanujan

L'uomo che vide l'infinito.jpg

L'uomo che vide l'infinito.
Mi era capitato di leggere il commento di Peter "Not Even Wrong" Woit su The Man Who Knew Infinity il film sulla storia di Srinivasa Ramanujan, famoso bambino prodigio e matematico indiano di inizio '900, e del matematico di Cambridge G. H. Hardy.
Vidi a suo tempo il film su John Nash, "A Beautiful Mind" (e non mi piacque) e lessi — è tantissimo che non vado al cinema! — qualche recensione non propriamente positiva del film su Alan Turing, "The Imitation Game" (qui quella di, tanto per cambiare, P. Woit), per cui mi colpì leggere un parere positivo a proposito di quest'ultimo film su un matematico.
Ebbene, poco fa anche Scott "Shtetl-Optimized" Aaronson ha scritto una sua recensione del film, molto lunga e dettagliata, giudicandolo "eccellente": "Largely just men doing sums": My review of the excellent Ramanujan film.
 
 

02 May 2016

La maledizione giapponese per l'astronomia spaziale a raggi X

M-V with ASTRO-E veering off course.jpeg
M-V-4 with ASTRO-E veering off course
(Public Domain)
Avrete probabilmente sentito del satellite giapponese Hitomi per l'astronomia nei raggi X, messo in orbita lo scorso febbraio, e dei problemi che ha avuto proprio quando stava cominciando le sue misurazioni scientifiche, causando la perdita completa dello strumento.
Ebbene, ho scoperto che si tratta di una vera e propria maledizione! Prima che gli cambiassero nome in Hitomi, il telescopio si chiamava ASTRO-H ed era il terzo (terzo!) tentativo dell'agenzia spaziale giapponese (JAXA) di mettere in orbita un satellite per l'astronomia a raggi X.
Il primo tentativo di uno strumento di questo tipo, ASTRO-E, è del febbraio 2000 ma non riuscì nemmeno ad arrivare in orbita per l'esplosione del razzo vettore; 5 anni dopo ci riprovarono con una copia esatta del satellite, ASTRO-EII, che riuscì ad entrare in orbita ma fu vittima di un malfunzionamento dello strumento principale, il quale dopo pochi giorni smise di funzionare a causa di una perdita di elio liquido necessario per il suo raffreddamento.
E adesso? Appuntamento fra 15 anni?

15 March 2016

A canary in a coal mine for contagious dancing

 
Nice blog post about logic here:
dancing (sic) around a weird looking tautology — I had never heard of it before, but I guess it's well known in the circles.
After a first moment of concern I eventually got the meaning of the proposition.
Their post starts from such a tautology in order to deal with a few deep features of logic (formal proofs, terms and references, classical and non-classical logic, sequent calculus, etc...).
Here I just would like to recount in my own words how it turns out that such proposition is a tautology and make some comments along the way. But before continuing please take your time to read their piece because what follows is a not-self-contained reply indeed to it.
 
Let's first briefly recall a few properties of a logical implication from propositional calculus (which is logic without variables or quantifiers).
It all boils down to the "ex falso quodlibet" property, which says that the (truth table of the) implication "A ⇒ B" is true (not only in these cases but for sure) whenever the premise A is false, whatever the truth of B.
By the same token, the implication "A ⇒ B" is completely equivalent to "B ∨ ¬A" (see for example their truth tables).
 
Well, no need to recall anything more, so let's start. And in contrast with the starting statement of their post, here we are going to start with a statement which I think everybody would agree it is manifestly a tautology, namely:
"Everybody dances or there's someone who doesn't".
And it's a tautology not only in ordinary language, but also in its transposition into logical form:
"∀y Dy ∨ ∃x ¬Dx".
Just to be precise, it's a tautology due to the rules of inference of classical predicate calculus directly related to the meaning itself of the universal and existential quantifiers.
 
I hope everything is fine and dandy so far, because here comes the tricky point. To wit: let's bring the existential quantifier outside the whole statement:
"∃x (∀y Dy ∨ ¬Dx)".
This operation is logically valid since we are not breaking the scope of the existential quantifier. Quite the opposite, in fact: we are bringing the clause "∀y Dy" within the scope of the existential quantifier even if the occurrence of y is actually free. The trickery is clear if we try to render such a new statement into ordinary language:
"There is someone such that (either) everybody dances or she does not dance".
The translation seems to reflect the logical proposition but as a matter of fact in ordinary language we are somehow suggesting that there is someone, well chosen, which has the property that she's dancing only if *everybody else* is dancing too. In other words, the sentence in ordinary language seems to allow for many different situations concerning who's dancing and who's not — while keeping fixed the well chosen someone which we are saying something about! Instead, of course, the meaning of the logical proposition is that, given in the first place an arbitrary and fixed state of dancing people conditions, we can *then* choose a specific somebody in order to make the statement true.
 
Ok, so, please keep in mind such a difference between what goes without saying in the ordinary language transliteration with respect to what is the bare logical content of the sentence, and let me further play with it.
 
Now let's focus on the part of the statement within brackets: "∀y Dy ∨ ¬Dx". Guess what? Yep, it has just the structure "B ∨ ¬A" recalled above! Therefore we can rewrite it as "A ⇒ B", namely "Dx ⇒ ∀y Dy", the whole sentence resulting in:
"∃x (Dx ⇒ ∀y Dy)"
which is exactly the weird looking tautology they where talking about in their post!
All right, we actually were just able to derive such a statement from a pretty clear tautology, but with a tricky step which should clarify the weirdness of sentence. Their ordinary language conversion reads:
"There is someone such that, if she dances, then everybody dances"
and if we bring here what we found was going without saying in our transliteration above, we find again that the ordinary language sentence is suggesting that there is someone, well chosen, which has the property that, if she's dancing, then everybody else would al least *start* dancing if he wasn't yet. Instead, again, the content of the logical statement is that, given in the first place an arbitrary and fixed state of dancing people conditions, we can *then* choose a specific somebody in order to make the statement true.
 
Notice how, now that the structure "B ∨ ¬A" is recast into the form "A ⇒ B", we are not allowed to bring the existential quantifiers inside the brackets any more!
 
Well, I think the next question is: how could you differently translate the stronger sentence implied by the ordinary language clause into a logic form? — avoiding any tautology and instead keeping all its falseness?
Otherwise, or in addition: how could you differently translate into ordinary language the weaker sentence implied by the logical tautology? — keeping all its empty trueness?
 
The problem with the first question seems to be that logic deals with sets, which are a-temporal collections of elements given once and for all. So there's no way to render in set theory the fact that you can keep an element fixed and consider different arrangements of a property among the (other) elements of the set. Or... wait: maybe this is not actually true and instead we can just try this way! Namely let's try to render the idea of different arrangements of a property, which could be done via subsets. I'm aware that the correspondence between predicates and subset could open deep questions on the principles of logic, but let me use such a correspondence in a somehow naif way. So, given a universe set X, let's assume that any property, such D, can be seen as defining a (possible improper) subset of X — whose elements are just the ones for which Dx is true). Hence the "real" logical transposition of the sentence "There is someone such that, if she dances, then everybody dances" should sound like the following:
"∃x: ∀D, x∈D ⇒ ∀y y∈D".
In fact such logic statement seems to keep all the falseness of our ordinary language sentence! — if the property D is "is dancing", or the subset D is "those who are dancing".
In this approach the tautology reads instead:
"∀D, ∃x: x∈D ⇒ ∀y y∈D"
since its triviality lies just in the fact that the you can always find the x, once a specific subset D is provided. A close comparison of such two propositions makes it clear how they differ just by the switching of the quantifiers: the universal one over the subsets D and existential one over the element of D.
 
So in principle this last proposition could be the first step for answering to our second question too. In order to stress the fact the we are choosing the subset D *before* the choice of the element x which we are saying something about, the tautology could be recast as:
"Given a (possible improper) subset D of the universe set X, there exists an x such that if x belongs to D then every y belongs to D".
But in sharp contrast with the answer for the first question, here we're extremely dissatisfied with such result. What's happening here is that the use of the implication "if A then B" seems to suggest some sort of causal relation between the x (hiding the fact that you can always find one of it) and the universality ("for every y") of the D property. Even if you choose which is x after having inspected the property/subset D, the proposition seems to suggest that such element x could act like a canary in a coal mine, like an evidence for learning something about every y, knowing something about a single x only. Rather, the derivation itself follows a (double) path in which the consequence B ("everybody dances") is alternately assumed as true or false in the first place and only then, based on this evidence on B, one is able to "learn" something about the truth of A ("you can find an x which does or doesn't dance").
So in the end I think the proper way to convey in ordinary language the content of the logic tautology is to avoid the if-then clause and use the equivalent "or-not" formulation, namely:
"Given a (possible improper) subset D of the universe set X, every y belongs to D or there exists an x such that x does not belong to D"
which of course clearly shows the full empty meaning of a tautology and in fact can be cleaned of all the scaffolding of set theory:
"Everybody dances or there's someone who doesn't"
which in turn is just the plain tautology I started this post from.
 

02 March 2016

Rothbard day

 
Oggi è il Rothbard Day, c'entra molto lateralmente con l'Economics for Real People di Gene Callahan, ma ne approfitto per tornare sul mio lungo thread sull'economia da zero.
Quasi nessun commento per tutto il tempo, sono un po' spiaciuto.
Per me fu una lettura folgorante: vorrei provare ad elencare gli elementi che più hanno rappresentato delle epifanie fondamentali.
 
Direi che il fulcro di tutto è la scoperta delle reali implicazioni di un libero scambio: da una parte la demolizione dell'equivoco diffuso e sottinteso secondo cui le due parti, nell'accordarsi per lo scambio, starebbero per ciò stesso concordando su un valore condiviso per i beni scambiati; dall'altra il rendersi conto che, invece, lo scambio può avvenire proprio e soltanto perché le due parti, al contrario, attribuiscono un diverso valore ai beni scambiati.
Lo scambio — e più in generale il commercio — è quindi inerentemente un gioco a guadagno condiviso, un processo che non trasferisce ricchezza, ma la genera, perché entrambe le parti giudicano ciascuna di stare meglio dopo lo scambio rispetto a prima.
 
Una simile conquista intellettuale è resa possibile da un altro concetto estremamente generale e fecondo, quello di marginalità: non è un bene in astratto che ha valore (l'acqua, il diamante...), ma la contingente e specifica quantità di quel bene in procinto di essere scambiata: il valore delle cose è determinato al margine.
 
E infine, direttamente collegato al concetto di marginalità, vi è l'altro concetto fondamentale, quello del costo-opportunità, che rappresenta l'altro lato, consustanziale, del valore delle cose: il valore di un certo fine è dato dal valore della cosa più preziosa a cui si sta rinunciando per perseguirlo.
 
Essenzialmente direi che sono questi gli elementi allo stesso tempo fondamentali e dirompenti di questa lettura.
Ma vorrei sottolineare anche almeno altri due aspetti notevoli della scuola austriaca che invece emergono in prospettiva, più che in singoli e specifici concetti.
 
Da una parte c'è, ho già avuto modo di dirlo, la sua organicità: questi mattoni elementari — la soggettività del valore, la sua diversità sancita in uno scambio, il suo formarsi al margine in termini di costo-opportunità — sono concetti del tutto complementari che si incastrano perfettamente in un quadro coerente. Un quadro coerente che pian piano si allarga, gettando nuova luce sul concetto di moneta, sui suoi ruoli di bene di scambio e di unità di prezzo; chiarendo che è proprio grazie a queste sue proprietà che la moneta assume anche il ruolo di segnale di valore, dell'urgenza dei vari beni nei piani delle persone, consentendone il coordinamento su vastissima scala, spaziale e temporale; gettando nuova luce sul concetto di preferenza temporale, alla base della nozione di tasso di interesse, come espressione del valore del risparmio, in contrapposizione invece al profitto imprenditoriale, etc, etc...
 
E infine l'altro punto di forza della prospettiva austriaca, strettamente legato al precedente: il suo enorme potere esplicativo.
La scuola austriaca non cerca di "simulare" l'andamento del mercato con un qualche modello del comportamento dei suoi attori, formulando una qualche funzione di costo/optimum che essi tenderebbero a minimizzare/massimizzare; facendo, cioè, mera fenomenologia. Al contrario essa si basa sulla natura stessa dell'agire economico e le "leggi" che riesce a derivare rappresentano la *spiegazione* del funzionamento dell'economia, non delle semplici "previsioni" che devono essere testate empiricamente e che sono condannate ad una validità limitata al grado di aderenza del caso concreto alle ipotesi formulate nel modello.
 
Ma quindi? Vi è piaciuto il thread?
 

18 February 2016

Darwin Day

Mi ero ripromesso di mantenere almeno per il 12 febbraio la tradizione del Darwin Day su questo blog, ma stento a mantenere una cadenza fissa anche solo annuale.
Il 15 febbraio, tre giorni dopo, in occasione del "Galileo Day", torna a circolare un vecchio articolo dell'Economist, As important as Darwin, ma ugualmente non riesco ad accodarmi in tempo.
Non ci riesco nemmeno il giorno dopo ancora, quando Prosopopea ci ricorda che il 16 febbraio cade l'anniversario di Haeckel, quello de "L'ontogenesi ricapitola la filogenesi" (sì, sì, lo so, non dite niente, l'ho già sgridato io che scrive su Facebook invece che sul blog...).
E nemmeno il giorno dopo ancora (metà febbraio è un brulicare di ricorrenze!) quando leggo che ricorre l'anniversario del giorno in cui, con la lingua in giova — serrata da una morsa perché non possa parlare — venne condotto in piazza Campo de' Fiori, denudato, legato a un palo e arso vivo Giordano Bruno.
E insomma, siamo già al 18, anzi tra poco è già il 19, se non mi sbrigo qui arriva addirittura il Rothbard Day e ci sono ancora tutte le ragnatele.
 
Mi limiterò ad una umile segnalazione da nature.com: What sparked the Cambrian explosion? — An evolutionary burst 540 million years ago filled the seas with an astonishing diversity of animals. The trigger behind that revolution is finally coming into focus.
 
Buon Darwin Day (in ritardo) a tutti!

13 October 2015

Suonare a tempo

Con la musica suonata ho sempre avuto un rapporto malsano: ho frequentato Villa Simonetta — violino, teoria e solfeggio, pianoforte complementare — tra le elementari e le medie, quando gli altri bambini giocavano a pallone; per reazione, da adolescente ho negato ogni spazio ad un qualsiasi strumento; quindi, superato il blocco psicologico, sono entrato nella fase "chitarra con canzoniere" che i vent'anni erano già passati; e adesso, alla soglia dei 40, sto cominciando (ma chissà se/quanto durerà) la fase "con la band in sala prove", nell'improbabile parte dell'attardato che si inbuca in un centro sociale pieno di rasta e fumo.

03 August 2015

Teoria economica, da zero /34.3

In definitiva, poiché tutti i produttori cercano di massimizzare i propri guadagni, devono in fondo cercare di soddisfare i desideri dei consumatori. Al di là della frode o del furto, non ci sono altre vie al benessere che produrre beni o servizi: produrre beni o servizi restituisce un profitto precisamente nella misura in cui qualcuno vuole consumarli o usarli per produrre altri beni che qualcun altro vorrà consumare.
 
0, 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 11, 12,
13, 14, 15, 16, 17, 18, 19, 20, 21, 22, 23,
24, 25, 26, 27, 28, 29, 30, 31, 32, 33, 34